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Cronaca

"Diritto all'iscrizione anagrafica": Actionaid lancia campagna su documenti di residenza ai migranti

Flash mob a Roma e azione dimostrativa per chiedere di rimettere mano alla legislazione degli ultimi anni sul diritto alla casa, per stranieri e categorie più fragili. La storia a Bologna di Malam

Malam ha 26 anni e viene dalla Guinea-Bissau, dice di essere arrivato a Bologna lo scorso novembre e da allora sta faticosamente percorrendo il suo percorso per sistemarsi. Solo, per lui non è stato facile, e un po' di più degli altri, dal momento che gli mancavano alcuni documenti, mentre in altri erano stati sbagliati alcuni dati.

Di conseguenza si sono presentate tutta una serie di difficoltà che hanno ostacolato il suo percorso di integrazione, già non facile per via del labirinto legislativo che caratterizza le norme del settore. 

Anche per storie come quella di Malam è partita quindi la campagna di ActionAid #DirittiInGiacenza, che mira a sensibilizzare le istituzioni nazionali per migliorare l'accesso agli atti e ai documenti amministrativi da parte dei migranti, non ultimo dei quali il diritto alla residenza anagrafica nei comuni, oggetto negli ultim 10 anni di normazione considerata ingiustamente punitiva per alcune categorie di persone.

"Dati anagrafici sbagliati: problemi con casa, medico e lavoro a cascata"

"Anche a Bologna, città storicamente accogliente, ci sono dei problemi con errori degli uffici amministrativi" commenta Mariasole Marotta di Hajat Onlus, associazione partner con ActionAid per la campagna che si occupa tra le altre cose anche di facilitare la burocrazia e l'accesso amministrativo ai migranti.

Marotta si riferisce anche banalmente ai dati di "nome, cognome e data di nascita" sui quali vengono spesso commessi errori di trascrizione "errori che dentro gli uffici amministrativi vengono banalizzati" ma che poi "hanno ripercussioni concrete sulle vite dei migranti", come per esempio problemi nel'avere "la residenza, il contratto di affitto e il contratto di lavoro".

Ma Bologna è solo la punta dell'iceberg: in altre città per esempio il diritto alla residenza, a certe categorie di persone, non è concesso a priori, con la conseguenza che non si può accedere nemmeno alla assistenza sanitaria di base, o altri servizi essenziali, venendo trascinati progressivamente nel gorgo prima dell'irregolarità e poi della clandestinità, alla mercé di caporali e affittuari senza scrupoli.

È quanto sperimenta un numero imprecisato di persone italiane e migranti in Italia, oltre 300mila stimati solo quelle di origine straniera (Dati Ismu), che resta escluso dall’anagrafe.

La campagna di ActionAid per l'iscrizione all'anagrafe

Nei giorni in cui si celebra la digitalizzazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), ActionAid lancia la campagna #DirittiInGiacenza per denunciare che troppo spesso nel nostro paese l’esclusione dalla residenza è discrezionale, illegittima e discriminatoria verso le persone più fragili.

Per chiedere alla politica e alle amministrazioni di garantire l’iscrizione anagrafica, oggi attiviste e attivisti hanno invaso piazza Montecitorio a Roma con pacchi vuoti restati “in giacenza”, tornati al mittente per mancanza di indirizzo, simbolo dei diritti sospesi.

“Soltanto chi è iscritto nei registri anagrafici è “visibile” dal punto di vista amministrativo e, quindi, è parte della popolazione per la quale le istituzioni pensano le politiche e erogano la spesa sociale" spiega Katia Scannavini, Vice Segretaria generale ActionAid. "Sono le persone più fragili, costrette o indotte a vivere in condizioni di irregolarità contrattuale o in immobili non congrui - molto spesso perché povere o impoverite – doppiamente penalizzate e escluse, spesso illegittimamente, dalla registrazione della residenza".

Il sondaggio sul territorio: l’esclusione dei migranti. ActionAid ha condotto nel mese di giugno un sondaggio su 23 associazioni del Terzo settore impegnate nella tutela dei diritti delle persone migranti, dei senza dimora e dei più vulnerabili, per verificare quanto il problema sia diffuso e radicato nei diversi territori. Il 48% di queste testimonia che sono le persone straniere che più spesso vedono negata la residenza. Un dato che fotografa come siano i migranti più spesso in condizioni di povertà economica e abitativa e vivono più frequentemente in alloggi ritenuti non conformi alla normativa.

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