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Giovedì, 25 Aprile 2024
Dopo le polemiche / Centro Storico / Via Santo Stefano

Adinolfi rinuncia a presentare il suo libro a Bologna: “PD come gli anarchici: fascisti”

Il presidente del Popolo delle Libertà ed ex PD ha annullato la presentazione del suo libro “Contro l’aborto”

“Il sindaco di Bologna, il deputato di Bologna, la segretaria Pd di Bologna si schierano con la Federazione anarchica che un Adinolfi l’ha già gambizzato. Bravi, avete vinto. Rinuncio a presentare il libro a Bologna, non posso mettere a rischio chi viene ad ascoltarmi. Fascisti”. È un Mario Adinolfi al veleno quello che, su Twitter, ha annunciato l’annullamento dell’evento di presentazione del suo libro “Contro l’aborto”, in programma il 21 aprile nella Sala Biagi del quartiere Santo Stefano.

"Dopo le contestazioni che mi hanno accompagnato in ogni città italiana - continua Adinolfi, come riportato dall'Agenzia Dire - alcune particolarmente violente come a Venezia dove ci sono voluti settanta agenti in tenuta antisommossa per tenere a bada anarchici e centri sociali, dopo le dichiarazioni della sezione marchigiana della Federazione anarchica italiana, dopo le parole irresponsabili di esponenti del Pd e dello stesso sindaco di Bologna, riprese dai media, mi è stato fatto capire che la data nel capoluogo emiliano avrebbe esposto non tanto me quanto le famiglie che sarebbero venute a seguire la presentazione ad un oggettivo rischio di subire violenza fisica".

"Congratulazioni al sindaco Lepore, alla segretaria del Pd, al deputato Pd e a chi ha dichiarato in queste ore che avrebbe organizzato il caos affinché fosse chiaro il 'non benvenuto' a Bologna. A pochi giorni dal 25 aprile si tappa la bocca a uno scrittore minacciandolo saldando realtà che un Adinolfi lo hanno già gambizzato con settori della sinistra istituzionale che anche recentemente hanno mostrato sensibilità estrema verso quel fuoco, assai meno verso il diritto alla libertà d'espressione. Bravo sindaco Lepore, usando anarchici e parole gravi hai vinto, lo scrittore sgradito a Bologna non verrà", si chiama fuori l'autore. "Ma quando tra qualche giorno farete la predica per il 25 aprile, guardatevi allo specchio per l'ipocrisia che incarnate e ricordatevi che i veri fascisti siete voi, non chi voleva venire a Bologna a parlare di difesa della vita, della maternità, dell'essere umano più indifeso che è il bambino nascituro", conclude il presidente del Popolo della Famiglia.

Le polemiche dei giorni scorsi

Nei giorni scorsi, l’ex PD era stato attaccato da più parti, in primis da Coalizione Civica: “Ci schieriamo contro un evento conservatore, reazionario, cattointegralista e anti-scelta, per rivendicare il diritto all’Interruzione Volontaria di Gravidanza come strumento di autodeterminazione delle donne sul proprio corpo e sulla propria vita – aveva scritto Coalizione Civica in una nota –. Ci opponiamo pertanto a questa visione regressiva che attacca una legge così importante e simbolica”. Lo stesso sindaco Matteo Lepore si era accodato alle proteste della lista della sua numero due Clancy: “Coalizione civica ha ragione – ha detto Lepore –. In questo momento in Europa e anche nel nostro Paese ci sono movimenti e pezzi anche di Parlamento, a destra, che mettono in discussione i diritti delle donne, tra cui anche l’aborto. Il modello è sempre Orban, la Polonia e quella parte di Europa che vuole mettere in discussione i diritti delle donne”.

Con lui anche la presidente del quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole, che aveva espresso "netto dissenso verso le iniziative e le proposte politiche del Popolo della Famiglia", e la segretaria provinciale del PD Federica Mazzoni che aveva preso le distanze "da chiunque attacchi la legge 194". Dalle parole ai fatti era invece passata l’organizzazione femminista Non Una Di Meno, che proprio per venerdì aveva annunciato un presidio di risposta alla presentazione del libro di Adinolfi al grido di “Il corpo è nostro, le regole ce le facciamo noi”.

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