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Cronaca

'Nrangheta, gli arrestati ascoltati in Tribunale: esposto di Iaquinta contro la DDA Bologna

Sia il boss Nicolino Grande Aracri che Giuseppe Iaquinta, padre dell'ex calciatore accusato di associazione a delinquere, si erano autodenunciati perchè si indagasse sul rincorrersi di voci diffamatorie. Ora l'accusa per la DDA è di non aver dato corso agli accertamenti

Ieri diversi indagati della maxi indagine "Aemilia" che portato in carcere 117 persone per reati connessi alle infiltrazioni mafiose al nord, sono stati ascoltati dal tribunale del riesame di Bologna. Il boss, Nicolino Grande Aracri, ha presentato un memoriale e ha reso dichiarazioni spontanee in videoconferenza dal carcere di Opera, dove è detenuto.

Ascoltato anche Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore Vincenzo, agli arresti per associazione a delinquere. Accertamenti sono in programma anche sul porto d'armi detenuto dall'ex attaccante azzurro. Tramite il suo "famoso" avvocato Carlo Taormina, che difese anche Annamaria Franzoni, Vincenzo Iaquinta, a fine 2014, aveva presentato un esposto alla Procura nazionale antimafia, che accusava la DDA di Bologna - Direzione Distrettuale Antimafia - di non aver dato corso ad accertamenti.

In pratica, Iaquinta e il suo legale avevano presentato un'autodenuncia perchè si svolgessero indagini, visto il rincorrersi di voci diffamatorie sulla sua persona. Analogo esposto era stato presentato ai Carabinieri di Cutro (KR) da Nicolino Grande Aracri, pertanto per i Pubblici Ministeri Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, titolari dell'indagine, l'ipotesi è di una strategia difensiva comune che però ha portato a rigettare qualsiasi istanza di scarcerazione.

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