rotate-mobile
Cronaca Via Albertazzi

Agenti PM indagati, il difensore: 'Con la targa italiana in mano, nessun rischio'

E' l'avvocato Marco Lisei a difendere il capo-pattuglia della Polizia Municipale che deve rispondere di rifiuto di atti d'ufficio per una vicenda avvenuta fra via Albertazzi e via Mazzini

Agenti della Municipale sotto inchiesta per rifiuto di atti di ufficio: il legale difensore del capo pattuglia, Marco Lisei, spiega come sono andate le cose all'angolo fra via Albertazzi e via Mazzini quando il proprietario di un'auto in divieto di sosta ha aggredito gli accertatori Tper che lo stavano sanzionando richiedendo così l'intervento delle divise. 

I fatti: le accertatrici chiedono aiuto alla Municipale, ma gli agenti non identificano l'automobilista "agitato"

Il capo-pattuglia dunque, decidendo di non procedere all'identificazione, ma limitandosi ad annotare la targa dell'Alfa Romeo che si trovava in divieto è stato accusato di rifiuto di atti d'ufficio, dopo che il multato (un 35enne pugliese che è arrivato insieme alla moglie per riprendere l'auto proprio mentre era sotto l'occhio del personale addetto al controllo) aveva reagito in modo acceso e aveva addirittura strappato di mano il tablet di servizio alle dipendenti Tper, due donne: "Siamo tranquilli - spiega Marco Lisei, legale dell'agente responsabile - le cose sono andate diversamente da come come appare leggendo i giornali. Il mio assistito ha semplicemente deciso di non peggiorare una situazione già fin troppo accesa perchè comunque con targa italiana alla mano il soggetto sarebbe stato comunque identificabile. Soggetto che fra l'altro ad oggi non risulta essere indagato per alcun reato. Non sono situazioni semplici e anche se si tratta del lavoro dei Vigili bisogna decidere in pochi secondi il da farsi in base al buon senso". 

L'agente assistito da Lisei aveva già dovuto affrontare un processo per una vicenda che lo aveva visto coinvolto, ma solo marginalmente, come spiega l'avvocato: "Il mio cliente è stato processato e assolto paradossalmente per un motivo opposto rispetto a quello di cui abbiamo parlato fino ad ora. L'episodio era quello di una donna fermata sul bus senza biglietto che aveva tentato la fuga rifiutandosi di farsi identificare e che poi è stata ammanettata a un palo dagli agenti che la volevano trattenere per procedere. In ogni caso il suo coinvolgimento in quell'occasione è stato marginale visto che si trovava in auto alle prese con i verbali. Comunque una storia chiusa: non è raro per un agente della PM trovarsi in situazioni simili". 

Gli agenti credevano che la donna fosse incinta, ma non era così

Tornando all'episodio di via Albertazzi, a spiegare il perchè di questo equivoco è sempre l'avvocato Marco Lisei: "Gli agenti della PM avevano inteso che la donna fosse in stato di gravidanza per vari segnali che messi assieme davano questa idea: piangeva toccandosi la pancia, parlava di un bambino e diceva di voler essere portata all'ospedale. E' anche evidentemente per questa convinzione che è stato deciso di non sovrariscaldare ulteriormente un clima già caldo". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Agenti PM indagati, il difensore: 'Con la targa italiana in mano, nessun rischio'

BolognaToday è in caricamento