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Cronaca Bazzano

Alain, il 22enne che da Bazzano ha pedalato in solitaria lungo tutta l'Europa

Ha lasciato il suo lavoro da receptionist e si è buttato in questa avventura solo con la sua bicicletta: "Ho attraversato con la neve gli Appennini verso la Costa Azzurra fino a Valencia"

Alain Rimondi, ragazzo di 22 anni di Bazzano, adesso si chiama anche "Alain il viaggiatore". Dalla reception di un albergo bolognese, è salito su una bicicletta e ha fatto il giro d'Europa in solitaria, imparando le lingue, imparando a resistere, imparando dalla vita per poi tornare "diverso". Ecco un'intervista ad Alain, il ragazzo che "dalla bassa" ha pedalato fino all'Irlanda, alla Spagna, all'Austria.   

Parlaci della tua avventura: in cosa è consistita, quando sei partito e cosa ti ha spinto a intraprendere questo viaggio? Da dove e quando sei partito?

Ti svelo cos'è “Giro d'Europa in bicicletta. Un viaggio-avventura in solitaria e autofinanziato, fatto attraversando 15 paesi europei in quasi 12 mesi, percorrendo circa 15.000 chilometri in bicicletta. Sono partito il 1° gennaio 2013 da Bazzano e ritornato allo stesso il 7 dicembre 2013. L'idea era in me da molto tempo e dipendeva da motivazioni principalmente personali, come appassionato di sport e vita all'aria aperta fin da piccolo, ho cominciato presto a esplorare ciò che mi circondava. In seconda media ho partecipato a un gemellaggio con la Francia, a sedici anni ho superato l'esame per la patente A1 e attraversato i passi appenninici tra Emilia e Toscana in sella alla mia 125cc; infine, dopo il diploma di Tecnico dei Servizi Turistici, il grande salto di questo viaggio a 22 anni.

Il "Giro d'Europa in bicicletta"

Tu e la tua bicicletta...

Il mezzo di trasporto per il viaggio è stato una sorpresa perché poco tempo prima i miei genitori, che mi hanno sostenuto sempre in ogni singolo momento, mi hanno regalato una bicicletta in grado di viaggiare. Mi piace per i principi di libertà che ispira, la lentezza, il rispetto dell'ambiente, il contatto con ciò che ti circonda, la sfida fisica e mentale. Non avevo alcuna esperienza o preparazione ciclistica precedente. Ho lasciato la mia occupazione di Receptionist presso una struttura alberghiera e sono partito alla scoperta di nuove opportunità, senza pretese e solo con tanta curiosità.

Quale il percorso che hai seguito?

Ho attraversato con la neve gli appennini verso la Costa Azzurra fino a Valencia. Qui ho studiato la lingua spagnola durante e poi sono ripartito per Gibilterra. Il cammino è stato intervallato da piogge che franavano pietre sulla strada e fango nei villaggi, compresa una notte alla stazione di polizia. Ho invertito quindi la rotta fino a Santiago de Compostela dove ho incontrato un altro viaggiatore in bicicletta, poco più grande di me. Condividevamo lo stesso spirito di viaggio e per quindici giorni abbiamo pedalato ruota a ruota lungo la difficile costa galiziana. Ognuno imparava dall'altro e presto il polpo alla gallega ha lasciato posto al sidro di mele, come gli ostelli del cammino alle notti in tenda tra i tori liberi. Risalita la Francia fino in Bretagna, mi sono imbarcato per l'Irlanda. Qui ho frequentato un corso di perfezionamento della lingua inglese per tre mesi. Questa terra mi ha incantato per la sua gente e i paesaggi mozzafiato. Ripreso a pedalare verso il Nord Irlanda, poi Scozia cercando invano Nessy, ma trovando delle simpatiche mucche pelose e Inghilterra, dentro alla foresta di Sherwood. Rientrato via mare nei Paesi Bassi ho pedalato attraverso Germania e Danimarca. Personale Coast to Coast in Svezia: una settimana nella foresta su strade sterrate, senza vedere altri che non fossero scoiattoli o cervi. Ultima nave: diciassette ore in mare, lo sguardo lasciato allo sconfinato arcipelago di Stoccolma. Lettonia, Lituania e Polonia. Infine le grandi vie fluviali mi hanno riportato a casa per la Repubblica Ceca e l'Austria, affrontando nuovamente freddo e una sostanziosa tempesta di neve.

Che esperienze, incontri che hai fatto lungo il cammino, anzi, la pedalata?

Ho pedalato in ogni condizione climatica e su ogni tipo di terreno. Ho conosciuto le persone più diverse ma anche imparato come la cultura del nostro continente ci rende simili. Ho avuto esperienze eccezionali ed incontri che mi hanno arricchito moltissimo. Ho dormito dove capitava, privilegiando il contatto con la gente, ho mangiato tanto, cercando di scoprire i piatti tipici di ogni luogo. Ho deciso che ognuno di noi ha diritto a trovare la propria strada per il futuro e soprattutto i giovani, accettando il fatto che l'Europa ormai è un grande e variegato Paese.

Cosa è cambiato in te in questi mesi di "avventura"?

In quei mesi molte cose sono cambiate in me, io come persona principalmente e il modo di rapportarmi con il mondo. Ma a un certo punto del cammino mi sono reso conto che non viaggiavo solo per me stesso. Tante persone mi hanno scritto sulla pagina www.facebook.com/europainbici che sarebbe il loro sogno, ma che per vari motivi era rimasto nel cassetto. Viaggiavo quindi anche per portare alla gente la mia positività e la voglia di credere in se stessi, cercando di trasmettere la sicurezza con la quale ognuno di noi può realizzare i propri sogni credendoci con tutto se stesso.

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