Auto modificate e linguaggio criptato, così la cocaina arrivava dall'Albania: 15 arresti
Maxi blitz della squadra mobile della questura di Bologna. La cocaina era destinata alle piazze dell'Emilia Romagna e della Toscana
Blitz anticrimine della squadra mobile della questura di Bologna: dalla prime ore di questa mattina sono in corso di esecuzione 15 ordinanze di custodia cautelare - per lo più tra Bologna e San Pietro in Casale - emesse dal gip. Dr. Pecorella su richiesta del Sost. Proc. Dr. Roberto Ceroni della DDA di Bologna.
Nel mirino degli investigatori il mercato della cocaina. A tirare le fila del traffico illecito sarebbe stata una associazione a delinquere costituita da cittadini albanesi. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacente. La droga, importata dal Belgio e Albania, veniva distribuita in Emilia Romagna e Toscana, soprattutto tra le piazze di Vicenza, Genova, Rimini, Prato e Empoli.
Sono circa 150 sono gli uomini e le donne della Polizia di Stato che dalle prime ore dell’alba impegnati nell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e di diverse perquisizioni in alcune Città del nord Italia.
Arresti della polizia di Bologna per traffico internazionale di droga: messaggi cifrati e auto truccate per i corrieri
L’operazione, denominata “Casper”, condotta dagli investigatori della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Bologna e coordinata dalla Direzione Centrale Antidroga e dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato, ha consentito di ricostruire le rotte dell'ingente giro dio spaccio a cura di trafficanti che - riportano gli investigatori - prestavano attenzione nei minimi dettagli all’importazione dello stupefacente che veniva trasportato attraverso corrieri a bordo di autovetture modificate.
Traffico internazionale di cocaina, San Pietro in Casale era la "base" | VIDEO
Collaudato e particolare - fanno sapere ancora gli agenti - il modo di comunicare tra i vari anelli della catena di distribuzione della droga che utilizzavano un linguaggio criptato che gli investigatori della Polizia di Stato sono riusciti nel corso dell’indagine a decodificare . Gli appuntamenti venivano fissati nel corso di incontri, poche e veloci erano le comunicazioni per telefono.
Il centro logistico dello smercio era San Pietro in Casale, luogo di domicilio di chi tirava le fila del traffico.