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50mila alberi abbattuti lungo il Savena, è polemica. Minghetti: "No danni irreversibili"

INTERVISTA. A parlare degli alberi abbattuti e delle conseguenti polemiche degli ambientalisti, è il sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti: "Abbiamo bonificato la zona e non c'è alcun danno irreversibile"

Gli ambientalisti non mollano sui 50 mila alberi già abbattuti lungo l'argine del Savena e, mentre il WWF ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica, il sindaco di Pianoro e Presidente dell'Unione Montana Valli Savena e Idice Gabriele Minghetti, ripercorre tutte le tappe di una storia che comincia con le esondazioni del 2013 e con il problema dei detriti che rischiano di  ostruire i 5 maggiori ponti della zona, cercando di spiegare perchè "Era un intervento necessario per la sicurezza del territorio". 

In estrema sintesi il Comune di Pianoro, dopo una serie di esondazioni diventate importanti indicativamente nel 2014, ottenne il nullaosta dall’Autorità di bacino del Reno per intervenire e tagliare gli alberi "secchi, malati e quegli arbusti che sono in qualche modo di disturbo" e venne quindi aperta una gara d'appalto per la pulizia dell'alveo del torrente: l'operazione di bonifica si è pagata da sola, nel senso che è stata compensata dal ricavato della vendita del legname disboscato con un credito di 41 mila euro (poi investiti per ulteriori miglioramenti del territorio). E fino a questo punto è tutto chiaro. 

I problemi nascono quando gli ambientalisti fanno sapere che l'operazione è andata ben oltre il necessario (quindi con un numero maggiore del previsto di abbattimenti) e che le motoseghe si sono spinte anche nella zona di protezione speciale SIC. Secondo il WWF della Città Metropolitana di Bologna il disboscamento ha interessato circa 50 ettari di alveo fluviale, distruggendo più o meno 20 ettari di vegetazione. 

Come è potuto succedere che abbiano superato i limiti? "Purtroppo chi stava eseguendo i lavori di bonifica non si è accorto dei cartelli che delimitavano l'area SIC e il taglio degli arbusti è andato oltre il confine che avevamo ben mappato - chiarisce Minghetti - ma è vero anche che ce ne siamo accorti subito e che lo stop è arrivato immediatamente dopo la scoperta". 

L'accusa degli ambientalisti è che il Comune ci abbia voluto guadagnare: sostengono che più alberi si sono tagliati più legname sia stato venduto..."Questo è assolutamente falso. E' stato già positivo il fatto di aver potuto realizzare un intervento tanto costoso a spese azzerate grazie al rapporto di compensazione, poi abbiamo anche accumulato un credito di circa 40 mila euro e lo abbiamo interamente investito per completare il lavoro lungo il Savena e in particolare in sette punti precisi. Si tratta di un'entrata vincolata dalla Regione e il tutto è dunque molto trasparente".  

L'intervento e lo sforamento dei confini ha avuto delle conseguenze irreversibili sul verde della zona? "Assolutamente no. Vi invito a recarvi sul posto e vedrete che non ci si accorge di nulla. Voglio inoltre sottolineare che come Comune collaboriamo con alcune relatà ambientaliste della zona e finanziamo alcuni loro progetti come quelle del centro anfibi e quelle legate alla presenza degli aironi". 

Lo scorso anno, dopo le esondazioni del Savena nella zona della Fondovalle, il Comune di Pianoro, con l'autorizzazione della Regione, aveva disposto la pulizia degli argini rimuovendo rami, tronchi, baracche, recinzioni, rifiuti, manufatti abusivi, ma anche il taglio gli alberi, finendo al centro delle proteste di molti cittadini e di alcune associazioni ambientaliste. Ma già nel 2014 il WWF di Bologna aveva sollevato la questione, accusando l'amministrazione di aver "esagerato" nell'operazione di abbattimento degli alberi. 


 

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