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La siccità diventa "gravissima", crisi idrica anche nel bolognese: "Realtà drammatica" | VIDEO

Lo scenario è stato descritto durante un incontro tecnico tra esperti e l'Autorità distrettuale del Fiume Po: "Risalita di acque dal Mare Adriatico - quindi salate - arrivata oggi a oltre 21 km. Acqua nei terreni è quasi del tutto assente" e non pioverà

Passa da "grave" a "gravissima" anche in Emilia-Romagna l'allarme siccità e la Regione ha già chiesto al Governo lo stato di emergenza. Nel nostro territorio "destano le maggiori preoccupazioni la risalita del cuneo salino, ora a 21 km, e, a rischio la derivazione costante del CER-Canale Emiliano Romagnolo sia per l’agricoltura della Romagna che dell’Emilia Orientale. Misure emergenziali anche per l’Acquedotto di Ferrara, rilascio di acqua dalla diga del Brugneto e deroga al deflusso ecologico sul fiume Trebbia, precipitazioni di giugno: -62%, tutte in sofferenza le aree rivierasche. Media regionale delle temperature: +3° C, evo/traspirazione (la somma della quantità d'acqua persa dal suolo per evaporazione e dalle piante - ndr) dei suoli stimata in 10 mm in più con incremento ingente di risorsa evaporata a causa del caldo. Crisi idrica molto accentuata nell’area dell’Emilia Occidentale, specie nelle province di Parma e Piacenza, fino all’Enza e poi in parte del Modenese e in tutta la zona Ferrarese e Bolognese. Anche l’acqua nei terreni è quasi del tutto assente. Temperature confermate e stabili fino a 36 gradi e piogge solo sporadiche e temporalesche di scarsa intensità". 

Vertice in Regione

“Alla luce anche delle risultanze odierne dell’Osservatorio del distretto del Po che ha dichiarato severità idrica rossa, il nostro orientamento è quello di arrivare alla dichiarazione dello stato di emergenza regionale, utile e prodromica alla richiesta dello stato di emergenza nazionale. Domani, dopo la cabina di regia regionale, quasi certamente assumeremo una decisione in tal senso. Ribadiamo come servano interventi rapidi per rispondere alla crisi che stiamo vivendo e altri, strutturali, per risolvere una situazione che ormai si ripete ogni anno. In entrambi i casi serve l’intervento del Governo e la realizzazione di misure e progetti nazionali. Bene, in tal senso, l’impegno a intervenire arrivato dai ministri competenti e dal capo della Protezione civile nazionale”. Così l’assessore regionale all’Ambiente e Protezione civile, Irene Priolo. 

Meno consumi: la proposta

Lo scenario è stato descritto durante un incontro tecnico tra esperti e l’Autorità distrettuale del Fiume Po ed è emerso anche un  "provvedimento transitorio per equilibrare in modalità sussidiaria l’uso della risorsa rimasta: -20% dei prelievi per continuare comunque l’irrigazione e garantire risorsa al Delta che vede una risalita di acque dal Mare Adriatico arrivata oggi a oltre 21 km.  Prossima riunione il 29 Giugno, ora la parola agli incontri territoriali".

"Le storiche portate al ribasso dei giorni scorsi - rende noto l'Autorità -  e quella registrata oggi a Pontelagoscuro di 180 metri cubi al secondo sono il sintomo chiaro di un generale ed esteso stato di estrema gravità idrica nell’intera area del Po che hanno portato alla anticipata convocazione d’urgenza – per non perdere nemmeno un minuto di tempo e accelerare le decisioni amministrative di emergenza che l’attuale crisi idrica epocale impone nell’area distrettuale – dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi della risorsa nel bacino del Fiume Po (giunto oggi alla sua 8a convocazione stagionale dall’inizio del 2022 e ormai ribattezzato delle “crisi idriche”) che ha proiettato uno scenario desolante in cui la penuria diffusa di acqua disponibile condiziona e aggrava pesantemente le già acclarate difficoltà territoriali di agricoltura e habitat". 

Non piove e aumentano le temperature

Non piove e da quanto prevedono i meteorologi non pioverà nei prossimi giorni su tutta la pianura Padana e con un "aumento progressivo delle temperature, il quadro complessivo non poteva che peggiorare e i singoli scenari proiettati da tutti gli enti e portatori di interesse chiamati a raccolta e intervenuti dalle diverse aree del bacino ci consegnano una realtà drammatica, aggravata dalla prospettiva di una assenza ulteriore di precipitazioni (per un minimo di almeno 10-12 giorni e comunque solo temporalesche) e con temperature roventi, in linea con quelle che da giorni stanno interessando la quasi totalità del continente. E se il tempo stringe, sono oltremodo stringenti anche le tempistiche dei numerosi summit regionali e nazionali destinati (in base a quanto emerso nel corso dell’Osservatorio dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE) a razionalizzare e centellinare l’utilizzo (per tutti gli usi) dell’acqua disponibile",. 

“L’imperativo categorico – sottolinea il Segretario Generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli – è salvaguardare come raccomandato dalle direttive comunitarie la portata del Grande Fiume attuando rapidamente tutte le azioni possibili per rendere quanto più efficace e proficuo l’uso della risorsa disponibile lungo l’alveo, gestendo l’acqua più dinamicamente; la siccità estrema con severità idrica alta ci obbliga ad un cosiddetto “semaforo rosso” che bloccherebbe ogni tipo di uso, consentendo solo quello idropotabile; ma grazie ad alcuni provvedimenti mirati utili, per quel che resta in termini di quantità disponibile, assicuriamo la continuità dell’irrigazione, pur se in misura ridotta, all’agricoltura e approvvigionamento per l’habitat mantenendo, come primo obiettivo, l’idropotabile. Proseguendo così il prelievo dai laghi si garantisce la continuità irrigua. Giunti a questi livelli ogni decisione porta con sé margini di criticità ma il traguardo, in ottica di area vasta, è minimizzare il danno quanto più possibile in attesa di potenziali integrazioni amministrative dei territori e organi di governo”.

Le criticità secondo gli enti e gli operatori

ANBI - Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue - : il fabbisogno è al picco massimo, le temperature aggravano il contesto. Misure restrittive già in atto con turnazioni di prelievo. Già con i volumi attuali si avranno perdite di produzione. Impianti di prelievo sono già quasi al fermo delle stazioni di pompaggio, stopparne l’uso potrebbe comportare alla riattivazione ulteriori tempistiche di ritardo.

UTILITALIA (IDROPOTABILE): considerata la criticità diffusa che presto potrebbe coinvolgere molti gestori del servizio idrico integrato di vari territori distrettuali, i livelli di attenzione per l’idropotabile sono altissimi per poter intervenire anche in somma urgenza nel peggiore dei casi e con ausilio di autobotti o altre reti disponibili: 14 Emilia-Romagna (tutti nell’Appennino Parmense) 25 a Bergamo, 145 comuni in Piemonte, Novara, Ossola (10 con sospensione notturna dell’erogazione). In 80 comuni è stata chiesta, vista la criticità spinta, l’emissione di una ordinanza mirata.

ELETTRICITÀ FUTURA (COMPARTO IDROELETTRICO): scarsissima la produzione idroelettrica attuale e pericolo per il raffreddamento delle centrali termoelettriche. Nonostante questo il settore si rende disponibile a collaborare con le Regioni e con Terna per sostenere il comparto dell’agricoltura.

TERNA: produzione idroelettrica estremamente ridotta con riserva al minimo degli ultimi anni.

PROTEZIONE CIVILE: Attenzione altissima dopo la ricognizione sui potabilizzatori del Delta (fatta insieme alla Regione Emilia-Romagna), in particolare gli impianti dei gestori Acque Venete e Romagna Acque, che servono quasi 700-800 mila persone grazie a 7 centrali di potabilizzazione. Alta attenzione anche sugli impianti di raffreddamento delle stazioni termoelettriche. “Si raccomanda una gestione coordinata e solidale nei rilasci nell’intero distretto”.

(Video: le immagini dell’Autorità Distrettuale del fiume po)

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