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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Baricella

Baricella, allevamento cani 'senza permessi e condizioni inadeguate': il caso arriva in Regione

A chiedere alla Giunta di fare chiarezza è la consigliera Meo (Sel-Verdi): lì sono morti dei cani, "quali controlli sono stati fatti?'

L’allevamento era risultato "privo delle necessarie autorizzazioni e presentava condizioni non adeguate a garantire il sano equilibrio psico-fisico degli animali detenuti, tanto da provocare la morte di quattro cuccioli di Eurasier e lesioni cutanee e disturbi comportamentali nei cani sopravvissuti”. Così dopo i controlli - avvenuti a fine 2012 - effettuati dalle  guardie zoofile dell’Enpa di Bologna, i Carabinieri e servizi veterinari dell’Ausl presso un allevamento di cani di Baricella, dove erano detenuti 96 animali di razza Alaskan malamute e Eurasier.

Lo segnala la consigliera Gabriella Meo (Sel-Verdi) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui sottolinea che, in seguito, sarebbe “stato aperto un procedimento penale, a carico della proprietaria dell’attività, pendente dinnanzi la Procura della Repubblica di Bologna” e che “il Pubblico ministero di riferimento ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza dei cani presenti nell’allevamento”.
Meo riferisce anche che, “secondo le attestazioni dell’anagrafe canina, alcuni animali sequestrati” sarebbero risultati “di proprietà di parenti e del compagno dell’indagata e pertanto, in sede di convalida, il Gip ha disposto la restituzione di tali esemplari che, a quanto risulta, sono rientrati nella disponibilità dell’allevatrice”.
“Dall’esame delle banche dati pubbliche - prosegue la consigliera - è inoltre emersa confusione tra le attestazioni dell’Enci (Ente nazionale cinofilia italiana) e le risultanze dell’anagrafe canina, soprattutto in relazione alle cucciolate prodotte dalle fattrici presenti nell’allevamento”.
Meo chiede quindi alla Giunta se l’esercizio dell’attività dell’allevamento sia stata regolarmente autorizzata e se l’eventuale autorizzazione sanitaria preveda la predeterminazione del numero dei cani che la struttura può contenere.
La consigliera vuole inoltre sapere se, successivamente all’avvio del procedimento penale, le strutture sanitarie competenti abbiano controllato l’allevamento per verificare se fossero state colmate le carenze strutturali contestate all’atto del sequestro degli animali, se sia previsto un controllo del numero di gravidanze annualmente imposte ai cani, in considerazione dell’alto numero di cuccioli di cui è stata dichiarata la nascita, e se, sulla base delle risultanze dell’Enci, sia stato svolto un monitoraggio sull’esistenza di allevatori non dichiarati e sulle condizioni dei cani da questi ultimi gestiti.

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