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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Bignami: "Nel decreto maltempo focus sul lavoro. Il secondo coprirà i temi casa e infrastrutture" 

La lista in divenire dei comuni sottoposti alle misura del decreto, le criticità del territorio, le responsabilità, come agire per il futuro. E il nodo del commissario per l'alluvione. BolognaToday a colloquio con il viceministro Bignami

Il ‘decreto maltempo’, i danni e le criticità del territorio, il commissario per gestire l’emergenza: di questo e molto altro ha parlato Galeazzo Bignami, viceministro dei Trasporti delle Infrastrutture, in un’intervista rilasciata in esclusiva a BolognaToday.

Partiamo dall’attualità: come vedi l’ipotesi Bonaccini nei panni del commissario e come commenti la voce che vedeva te come possibile candidato.
Ti do una risposta per entrambi i quesiti: prima di capire chi deve fare cosa, bisogna capire cosa c’è da fare. Non più tardi di ieri sera ero su nuove frane che le recenti piogge hanno smosso. Dobbiamo capire cosa fare e dobbiamo risolvere alcune situazioni già in atto, un ulteriore deterioramento sarebbe insopportabile. Una volta che il quadro si sarà stabilizzato, è necessario che la scelta sia condivisa.

Sei stato nelle zone alluvionate. Che situazione hai trovato e cosa ti hanno chiesto gli amministratori locali.
Ho trovato situazioni variegate: in pianura i problemi sono per lo più di allagamento, nelle città ci sono problemi legati al patrimonio immobiliare e in montagna il problema sono le frane e la viabilità. È proprio l’eccezionalità dell’evento che ci ha colpiti, e merita una risposta altrettanto variegata. Laddove sono state colpite le città, come Forlì, Faenza e Cesena, dobbiamo garantire il ripristino della fruibilità delle case: bisognerà individuare aiuti concreti che realizzeremo nel prossimo provvedimento, una volta avuta contezza dell’entità complessiva del danno. In pianura c’è la necessità di supportare l’agricoltura e le attività produttive, che sono il tessuto principale della nostra regione. In montagna, invece, l’urgenza è la messa in sicurezza del territorio. Anche ieri, una pioggia tutto sommato modesta ha riattivato diverse frane. Se noi ripristiniamo delle strade che sono esposte a lesioni alla prima pioggia, è chiaro che bisogna cambiare l’approccio.

Da più parti si è parlato di responsabilità politiche rispetto ai danni di questa alluvione. Ce ne sono? E come si può agire per prevenire la ricomparsa di queste criticità?
Io sono stato per otto anni alla Regione Emilia-Romagna come consigliere regionale; quindi, credo di avere un quadro abbastanza preciso. Credo però che non sia il momento delle polemiche, ma anzi faccio un ragionamento a più ampio raggio, considerando che il tema del dissesto idrogeologico e della cura del territorio deve essere rafforzato nel senso più ampio, anche a livello nazionale. Ho anche assistito a questo dibattito tra chi dice che il cambiamento climatico esista e chi no: io personalmente credo che un cambiamento in atto ci sia. Però, a chi crede che il cambiamento c’è, dico che allora bisogna rafforzare le misure perché quello che è stato fatto non è stato sufficiente. A chi dice che il cambiamento non c’è, allora, a maggior ragione dico che ciò che è stato fatto non è sufficiente. Il mio è un approccio più pragmatico e, al di là del punto di partenza, il punto di arrivo è lo stesso: bisogna fare di più.

Parliamo del ‘decreto maltempo’.
Questi due miliardi sono stati una risposta enorme e che nessuno si aspettava. Anche leggendo i giornali della mattina precedente al Cdm, si parlava di alcune centinaia di milioni. Gli interventi sono molto finalizzati al tema lavoro: chi conosce l’Emilia-Romagna sa bene che la preoccupazione è questa. Il motivo è semplice: il nostro è un sistema produttivo che spesso è in filiera. Se le nostre aziende rimangono ferme troppo a lungo, arriva qualcuno che è pronto per sostituirle. Lo abbiamo già visto durante il terremoto, dove purtroppo alcuni hanno dovuto faticare per riacquistare il loro portafoglio clienti perché la riattivazione della linea produttiva non aveva combaciato con i tempi dell’economia di mercato industriale. Dunque, il primo decreto ha riguardato in larga parte i temi di lavoro, impresa e agricoltura. I cento milioni di indennizzo si sommano ai 75 per l’innovazione tecnologica che serviranno per riacquistare nuovi macchinari che ovviamente non sono più fruibili. Il secondo provvedimento, come dicevo, coprirà invece i temi della casa e delle infrastrutture. 

Ieri era circolata una bozza dei comuni coinvolti e alcuni comuni appenninici erano inizialmente esclusi. Puoi confermare che non ci saranno eccezioni?
Guarda, io ieri notte ad esempio sono andato a Zocca, dove avevamo compiuto un intervento d’urgenza con Anas, sigillando delle aperture dell’asfalto ma che si erano subito riaperte nella notte. Oppure, nella valle del Santerno, si sono attivate nuove frane. Questo per dire cosa: anche la lista dei comuni che saranno sottoposti alla misura del Cdm è variabile e ancora esposta all’instabilità del territorio. Noi, ad esempio, avevamo località che consideravamo immuni in cui si stanno presentando fenomeni franosi, soprattutto in montagna. La lista deve essere aperta finché non ci sarà una stabilità, anche minima, che ci consenta di quantificare i danni strutturali e ci permetta di intervenire.

Tempi?
Lo dice bene il sindaco di Bologna proprio oggi: lui stima i danni in circa 150 milioni, ma dice che teme che possano arrivare a 200 milioni. Significa che la situazione è in divenire e che i tempi sono legati a ciò che sta succedendo attorno a noi. Non si pensava che dopo l’evento del 2 maggio si sarebbe verificata una seconda alluvione, eppure è successo. Purtroppo, finché le previsioni non ci daranno un quadro stabile e finché il terreno sarà impregnato di acqua, noi saremo esposti ad una situazione di grande difficoltà. Ti faccio un esempio: il nostro territorio al momento è come una spugna imbevuta di acqua. Se tu continui a metterci sopra acqua, questa uscirà fuori. Ogni fenomeno piovoso, se anche mite o limitato, in realtà non viene trattenuto dal terreno e quindi scarica fuori dal tessuto idrico.

Nelle terre alluvionate, in pochi giorni, la seconda visita di Meloni (che oggi sarà accompagnata da Ursula von der Leyen)
Io credo che si stiano mantenendo gli impegni presi. La presidente Meloni è rientrata in anticipo dal G7 per far visita a questi luoghi e torna dopo pochi giorni perché aveva assunto l’impegno di essere presente. Il provvedimento è sicuramente significativo, anche se si tratta di un primo provvedimento. Ma certamente c’è la volontà di andare fino in fondo, affinché l’Emilia-Romagna si rialzi più forte di prima.

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