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Cronaca Lizzano in Belvedere

Appennino: incinta chiama i soccorsi ma l'elicottero non arriva

40 minuti di attesa e poi il trasferimento al Maggiore. La denuncia del Comitato in difesa dell'ospedale di Porretta Terme

Ha accusato dei dolori ed essendo al termine della gravidanza ha immediatamente chiamato il 118 per ricevere assistenza ma ha dovuto attendere circa quaranta minuti prima di essere trasferita in ospedale. E' successo questa mattina all'alba nel territorio di Lizzano in Belvedere, dove ad allertare i soccorsi è stata una donna residente a Vidiciatico.

Ricevuta la richiesta di aiuto, un'ambulanza è partita da Gaggio Montano per assistere la donna e da Marano di Gaggio stava per partire anche l'auto medica, così come previsto in questi casi, ma quest'ultima sarebbe stata bloccata dalla sala operativa, che avrebbe preferito mandare l'elisoccorso.

I volontari del 118 a bordo dell'ambulanza hanno raggiunto la partoriente, ma l'elisoccorso dopo venti minuti di attesa non è riuscito ad arrivare, e così è stata riattivata l'auto medica e la donna è stata trasferita al Maggiore. 

 

A denunciare quanto accaduto e la 'pericolosità' di un'attesa così lunga per una donna incinta è la presidente del Comitato in difesa dell’Ospedale di Porretta Terme, Emanuele Cioni, che poi sottolinea: "Il decreto 70, in merito al trasporto in emergenze, dice con chiarezza  che l’elisoccorso è un mezzo integrativo e non sostitutivo all’ambulanza e all’auto medica. Di notte l’elicottero atterra nelle piazzole, quindi inevitabilmente si allungano i tempi di interventi sui pazienti . La chiusura dei punti nascita nelle zone montane è molto sentito , ma la politica in questi anni si è dimenticata di noi , privando il nostro territorio , l’Appennino un luogo dove nascere e quindi vivere".

E incalza: "Tutto è accaduto questa mattina alle 6, e la donna è rimasta ad attendere che i soccorsi arrivassero. Fortunatamente non era un parto in emergenza perchè la donna non era ancora in travaglio, ma questo non distoglie l'attenzione da quanto accade purtroppo nel nostro territorio.  Vorrei chiedere a chi deve difendere e preservare il nostro territorio se ci meritiamo davvero di far nascere i nostri figli così.  Dobbiamo aspettare che succeda l’inevitabile  perché qualcuno faccia qualcosa ? - si chiede la presidente -  Mettetevi una mano sul cuore, un pò di umiltà e coraggio nel dire che la chiusura del punto nascite di Porretta è stato un grande errore da parte dell’azienda e della Regione e che è arrivato il momento di riaprirlo. Non vogliamo case parto e/o ostetriche a domicilio. Rivogliamo il nostro  punto nascite". 
 

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