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Cronaca

Amianto nell'acqua. Rizzo Nervo: "La sostituzione delle tubature più pericolosa"

Dopo la proiezione di un documentario sul rischio oncologico, arrivano le risposte delle Istituzioni: Gabellini e Rizzo Nervo impegnati nel monitoraggio

Dopo la proiezione del documentario H2A (GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA ALL'AUTORE) e l'appello del grillino Massimo Bugani che ha presentato una nuova interrogazione in sede di Consiglio sulla presenza di amianto nell'acqua che arriva nelle nostre case, arrivano le risposte delll'assessore Luca Rizzo Nervo: "Voglio  innanzitutto  ringraziare  il consigliere Bugani, oltre che per al domanda,  che  permette  di  dare  alcune  risposte  che  ho  avuto modo di concordare e verificare anche con la massima autorità sanitaria locale, per il condizionale che ha usato parlando della correlazione fra la presenza di tubature  in  cemento amianto e i possibili rischi del sorgere di patologie oncologiche.  Credo  che  il  condizionale  sia  una  giusta espressione di cautela  fra  il  duplice rischio dall'allarmismo e della sottovalutazione. Entrambi  rischi  che,  parlando  di  un  tema  così importante e delicato, dobbiamo assolutamente evitare".

LE CONDOTTE IN CEMENTO AMIANTO, QUALCHE SPECIFICA TECNICA.  "L'acquedotto di Bologna - prosegue l'assessore alla Sanità - serve circa 400.000 abitanti. A fine anni ’90 aveva circa  un  terzo (517 chilometri) delle sue condotte in cemento amianto. Le condotte  in cemento amianto hanno avuto una grande diffusione a partire da metà  anni  ’60,  uso  interrotto  dagli  anni ’90 a seguito del divieto di produrre  e  commercializzare  prodotti  contenenti amianto. Le condotte in cemento  amianto  sono  costituite  da  amianto in matrice compatta di gran lunga meno pericoloso rispetto al friabile (libero, tessuto, spruzzato). Il possibile  rilascio  di  fibre  dalla matrice cementizia delle tubazioni in cemento  amianto dipende dalla  sottrazione  di  ioni  calcio  e dall’aggressività  dell’acqua,  e  l’acqua di Bologna, notoriamente dura, è poco aggressiva. Studi internazionali su popolazioni esposte attraverso l'acqua potabile non hanno  fornito  sinora  chiare  ed  inequivocabili  evidenze fra eccesso di tumori  gastrointestinali  e consumo di acqua contenente amianto. Dal canto suo  l’ Organizzazione  Mondiale della Sanità a tal proposito afferma che "non  esiste  alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per  la  salute,  non è stato ritenuto utile, pertanto, stabilire un valore guida  fondato  su  considerazioni  di natura sanitaria, per la presenza di questa sostanza nell'acqua potabile”.

Unico  limite  noto  è  quello  previsto negli Stati Uniti, che partendo da alcuni studi statunitensi per cui acque con contaminazione di 20 milioni di fibre/litro   sarebbero   in   grado  di  aumentare  il  livello  di  fibre aerodisperse  nelle  abitazioni  (5  volte rispetto al fondo). Ha stabilito quindi a fronte di questo un limite di 7 milioni di fibre/litro. Pur  in  assenza  di una norma italiana o europea che lo preveda, stante la diffusa  presenza di condotte in cemento amianto nell'acquedotto cittadino, si è ritenuto necessario avviare una campagna di ricerca per evidenziare la eventuale  presenza  di  fibre  di amianto nell'acqua. Il controllo è stato mirato  ai  tratti  a  valle delle tubature, dopo rotture o sostituzioni di condotte  in  cemento  amianto. Dal dicembre 1998 a gennaio 2013 sono stati eseguiti a cura dell’Unità Operativa Igiene Alimenti e Nutrizione dell’AUSL di  Bologna,  396  campioni presso le centrali e nei punti periferici della rete  a  valle di tratti di tubature in cemento amianto. Il conteggio delle fibre  di amianto, eseguito in miscroscopia elettronica a scansione a 5.000 x  – a cura dell'ARPA di Reggio Emilia- ha evidenziato l'assenza di amianto nella  grande maggioranza di campioni prelevati, ad eccezione di 29 di essi (7%),  per i quali sono stai rilevati valori ampiamente inferiori (da 1.000 a  10.000  volte meno) agli unici limiti di riferimento esistenti a livello internazionale  (appunto  i  7  milioni  di  fibre  /litro  previste  dalla normativa statunitense).

Nei casi di positività,  su  richiesta dell’AUSL, l’Ente Gestore ( prima Seabo, oggi  Hera) ha provveduto  ad effettuare il “lavaggio” del tratto interessato  e  in  alcuni  casi  più  resistenti  a  ridurre  la pressione dell'acqua e a collegare  il tratto della condotta interessata con altre parti  dell'acquedotto per facilitare il regolare deflusso. In tutti i casi si è  provveduto  a  ripetere  il  campione per verificare l'efficacia del trattamento al fine dell'eliminazione di eventuali residui di amianto. In  generale i valori ripetuti nella sede risultata positiva non sono stati confermati da controlli successivi, a conferma della sporadicità di tali rilievi  e  del  fatto  che  acque  dure  e  poco  aggressive,  come quelle dell'acquedotto  di Bologna, contrastano la cessione di fibre dai manufatti di cemento amianto.

La  letteratura scientifica, inoltre, sconsiglia interventi di sostituzione massiva  di condotte in cemento amianto che rischierebbe di immettere in circolazione  massicci  quantitativi  di fibre, mentre sottolinea l'utilità del regolare controllo dello stato di manutenzione delle condotte e la loro sostituzione  in  caso  di necessità, da effettuare con tutte le necessarie cautele  onde evitare inquinamento ambientale e delle acque oltre che danno all'uomo. Per  il futuro è prevista la prosecuzione della ricerca anche in previsione della  prossima  sostituzione  di tratti di condotte in cemento amianto. Il controllo  dei  tratti  a  seguito  delle sostituzioni fa, del resto, parte degli  impegni  previsti dalla convenzione fra AUSL, Ente Gestore (Hera), e Comune di Bologna per le procedure di autorizzazione di nuove condotte e la sostituzione di condotte esistenti.

Per  quanto  ho  appena  illustrato,  attualmente  non  è stata valutata la sostituzione   massiva  delle  tubature  in  cemento  amianto  né  è  stato quantificato  complessivamente  l'eventuale  costo  dell'intervento, che si dovrebbe  a  quel  punto  porrebbe  a  carico  dell'utenza.  Ricordo che la normativa  in  materia  idrica prevede che i costi manutentivi e sulla rete sono a carico dell'utenza.
Quanto   riportato  nell'articolo  di  stampa  ovviamente  non  può  essere considerato  una novità, e quindi è un'evidenza nota. Come sopra riportato, l’AUSL e la stessa Hera svolgono un costante monitoraggio dello stato delle condutture e della solubilità delle fibre nell'acqua.

Detto ciò consigliere, le dico anche che questo Consiglio comunale, come le è ben noto, ha votato un ordine del giorno impegnativo, che al quale stiamo lavorando,   io  insieme  all'assessore  Gabellini,  proprio  per  dare  un riscontro  concreto e definire un piano comunale di smaltimento, non solo e tanto  dell'amianto  rischioso,  ma  di  tutto quello ancora presente nella nostra  città.   Ovviamente   dovrà  essere  necessariamente  un  percorso medio-lungo,  ovviamente  dovrà prevedere delle tappe e l'individuazione di priorità  di intervento. Dentro questo quadro e nel rapporto che esiste con Hera,  ovviamente  verrà  valutata,  stante  quello  che ho detto, anche la possibilità  progressivamente  di  arrivare ad una sostituzione complessiva delle strutture in cemento amianto della rete idrica bolognese".

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