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Cronaca Porto / Via Camillo Casarini

Amianto, lapidi e bara per piangere operai Ogr 'assassinati': "Non sono morti in 400 per nulla"

Manifestazioni sotto le Due torri per la Giornata mondiale delle vittime dell'amianto. Prima del corteo dall'Inail in piazza Nettuno, la catena umana davanti l'ex Ogr: "Questo è un sacrario. Nessuno lo vuole riconoscere, c'è un negazionismo impressionante"

 Qualche tempo fa sfilarono seguendo un collega travestito da raffigurazione della morte, con cappuccio nero e falce. Oggi la rabbia degli operai dell'Ogr di Bologna torna in piazza esponendo una bara, con tanto di piedi che spuntano da una delle estremità. Cominciano così le manifestazioni organizzate sotto le Due torri in occasione della Giornata mondiale delle vittime dell'amianto.

PRESIDIO ALL'EX OGR. Il primo appuntamento è proprio davanti all'ingresso dell'ex Ogr, via Casarini, su iniziativa dell'Associazione familiari e vittime dell'amianto (Afeva) dell'Emilia-Romagna: si ricordano gli operai dello stabilimento ferroviario che negli anni sono morti a causa dell'esposizione alla fibra killer e per chiedere l'attuazione immediata del Piano nazionale amianto.
I lavoratori, insieme ad una delegazione di studenti delle Laura Bassi, hanno formato una catena umana mostrando decine e decine di lapidi (di cartone) con i nomi dei colleghi deceduti.
"Questo è un sacrario", dice Salvatore Fais, delegato e memoria storica dell''officina: "Nessuno lo vuole riconoscere, sulla storia dell'Ogr c'è un negazionismo impressionante ma più di 400 morti non sono morti per niente, sono morti per amianto". Una tragedia che investe chi è scomparso, ricorda Fais, ma anche chi oggi e malato "e i tanti che oggi temono di potersi ammalare". La prima richiesta, da parte dei lavoratori, è dare avvio al Piano nazionale amianto: "Spetta al Governo e si deve muovere", manda a dire Fais.

Giornata vittime amianto: catena umana a Bologna

CORTEO DALL'INAIL AL CENTRO. Bandiere sindacali, una bara nera e due striscioni: uno ricorda che l'Ogr è "l'Università della manutenzione" e l'altro recita "Vittime amianto. Silenzio, non si deve sapere".  Il corteo parte dalla sede dell'Inail, in galleria 2 agosto, dove i lavoratori si sono ritrovati una volta concluso il presidio davanti all'officina.
È anche all'Inail, infatti, che i lavoratori si rivolgono per ottenere passi avanti nel riconoscimento dei benefici previdenziali. Con rintocchi di campana vengono ricordati i colleghi deceduti, i cui nomi vengono incollati sulle vetrine dell'Inail insieme a qualche adesivo con scritto "Attenzione, contiene amianto". E intanto i funzionari Inail "ci guardano dalle finestre", commenta tra i denti un'operaia. "I morti non si dimenticano e non si possono dimenticare", dice il delegato Raffaele Fais prima di chiedere a tutti un minuto di silenzio. Così come bisogna ricordare che "qualcuno è colpevole della loro morte", così come "non si possono dimenticare i vivi, che hanno bisogno di attenzione". Tra loro quelli che in diversi luoghi di lavoro temono di ammalarsi per le mancate bonifiche, quelli che malati lo sono già e per i quali i colleghi chiedono la semplificazione delle procedure per il riconoscimento dell''esposizione, esenzione dai ticket e un centro medico d'eccellenza. "Non ci fermeremo mai fino a quando non sarà riconosciuta questa immane tragedia", promette Fais.

Poi parte il corteo, che percorrendo via Indipendenza arriva in piazza del Nettuno. Lì i lavoratori depongono una lunga fila di locandine con i nomi dei colleghi scomparsi, simili a lapidi, proprio sotto le fotografie in bianco e nero che compongono il Sacrario dei caduti della Resistenza.

(AGENZIA Dire)

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