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Cronaca

Amianto, i dati sul mesotelioma in Emilia-Romagna e a Bologna

Cosa ci dicono le ultime cifre presentate dall'associazione esposti

Al 31 dicembre 2022 (ma i dati dell'ultimo anno non si possono ancora considerare definitivi), in Emilia-Romagna sono "3.357 i casi di mesotelioma incidenti in cittadini effettivamente residenti in regione alla data della diagnosi". Di questi, "2.870, pari all'85,5% (percentuale più alta rispetto a quella nazionale dell'81%), sono stati classificati come casi certi, 174 come probabili e 313 come possibili". Questo il dato complessivo contenuto nel report del Registro mesoteliomi regionale illustrato questa mattina a Bologna, nel corso dell'Assemblea degli iscritti di Afeva (Associazione familiari e vittime dell'amianto) Emilia-Romagna, come riporta la Dire.

Nel periodo di tempo considerato, vale a dire a partire dal 1996, "il trend- spiega Antonio Romanelli del Cor di Reggio Emilia- è in aumento dai 73 casi del 1996 fino ai 160 del 2016", mentre "negli anni successivi subisce un calo fino ai 144 casi del 2020, per poi registrare nel 2021, ultimo anno ad incidenza completa, 158 casi, dato simile a quello rilevato nel 2016, e che potrebbe essere, almeno in parte, correlato con la fluttuazione in evidente ribasso rilevata nel 2019 e 2020 (146 e 144 soggetti)".

I dati del 2022, sebbene ancora parziali, parlano invece di 134 casi, numero che sembra confermare il trend in ribasso degli ultimi anni. Per quanto riguarda il genere e l'età, sempre nel periodo dal 1996, si registra una netta prevalenza di uomini colpiti dalla malattia (2.426 sui 3.357 casi totali, contro 931 donne), mentre "il 78,8% dei casi è stato diagnosticato dopo i 64 anni, l'1,4% prima dei 45 anni e il restante 19,8% nella fascia d'età 45-64 anni".

Entrando nel dettaglio delle singole province, finora le più colpite risultano Bologna con 741 casi e Reggio Emilia con 508. Seguono Parma con 390, Modena con 370, Ravenna con 346, Ferrara con 328, Piacenza con 282, Forlì-Cesena con 236 e Rimini con 156. I tassi di incidenza su 100.000 abitanti sono, invece, più alti a Reggio Emilia (5,6 negli uomini e 2,2 nelle donne), a fronte di una media regionale di 3,7 negli uomini e 1,1 nelle donne. Sul fronte dei settori produttivi più coinvolti, in Emilia-Romagna è in testa, con 283 casi, quello delle costruzioni edili, seguito da costruzione-riparazione di materiale rotabile ferroviario (207 casi) e industria metalmeccanica (181 casi).

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Rilevanti sono anche gli zuccherifici e le altre industrie alimentari (164 casi), la produzione di manufatti in cemento e amianto (131 casi), e la produzione di prodotti chimici e materie plastiche (113 casi). I rimanenti 955 soggetti, si legge nel report, "sono risultati addetti in numerosi altri settori di attività economica, dato che l'amianto è stata una sostanza con diffusione pressoché ubiquitaria". Il mesotelioma, tirano quindi le somme gli autori, "conferma, anche in Emilia-Romagna, le sue caratteristiche di tumore raro ma con aumento costante dell'incidenza, in entrambi i generi, dal 1996", e data "la sua pressoché totale letalità, questa malattia assume ancora rilevanza sociale, con un impatto maggiore di quello degli infortuni mortali".

Infatti, "i dati Inail relativi agli infortuni mortali denunciati 2017-2021 (127, 125, 115, 145 e 120), pur con il rilevante incremento registrato nel 2020 per gli infortuni Covid, mostrano ancora un'occorrenza molto minore rispetto all'incidenza dei mesoteliomi (157, 157, 146, 144 e 158), registrata dal nello stesso periodo".

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