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Cronaca Cirenaica / Via Giuseppe Massarenti

Ennesimo blitz anarchico: vandalizzato bancomat e punto Amazon

Nuova mobilitazione nel segno della protesta contro il 41-bis. Diversi gli episodi in città in meno di due mesi

Raid vandalico degli anarchici l'altra notte a danno di uno sportello bancomat e di un punto di ritiro Amazon, entrambi su via Massarenti, a Bologna. In una nota gli autori rivendicherebbero l'azione, e la loro posizione contro il 41bis nonchè solidarietà a Alfredo in sciopero della fame dal 20 ottobre contro 41bis.

All'ombra delle Due Torri già il mese scorso un corteo (qui il video) capitanato da esponenti anarchici aveva sfilato per le vie della città e all’altezza di via Irnerio i manifestanti avevano danneggiato alcune vetrine. Alla base della mobilitazione sempre il sostegno all'anarchico Cospito. Ancora riferibile al movimento anarchico, e stesse motivazioni, anche alla base dell'azione registrata pochi giorni prima, quando alcune persone avevano occupato una gru nel pieno centro del capoluogo emiliano, in segno di protesta. Qui era stato affisso un enorme striscione che recitava: "Il 41 bis uccide". Poi a fine anno nuovo blitz sulla via Emilia, dove alcuni esponenti del movimento anarchico avevano messo a fuoco dei cassonetti della spazzatura, paralizzando il traffico. E ancora lo scorso novembre una protesta sempre di matrice anarchica, sulla stessa lunghezza d'onda, aveva avuto luogo nel bel mezzo di una funzione religiosa, nella chiesa del Sacro Cuore.

L'affondo della Lega

Dopo l'ennesima manifestazione di dissenso anarchico registrata nelle ultime ore sul nostro territorio insorge la Lega. Il consigliere comunale Matteo Di Benedetto in una nota sferra l'affondo e allarga la questione chiamando in ballo l'amministrazione comunale: "Dopo le dichiarazioni della vicesindaca Clancy e le posizioni ambigue del PD, a questo punto chiediamo chiarezza: da che parte stanno a sinistra?  - scrive in una nota l'esponente del Carroccio - Il PD condanna questi gesti e prende le distanze dalla solidarietà a chi è stato condannato per aver gambizzato una persona? O continueranno a dare un colpo al cerchio e uno alla botte? E Coalizione Civica condanna gli atti violenti e vandalici o predilige la linea del silenzio?".

Insomma per il leghista c'è la necessità che "a sinistra chiariscano da che parte stanno e facciano attivamente la loro parte per contrastare questa escalation di violenza, perché gli anarchici lo hanno già fatto e lo stesso vale per noi: totale condanna verso chi vuole mettere a ferro e fuoco la città e minare la tenuta del tessuto sociale” 

La vicesindaca Clancy firma l'appello per Alfredo Cospito

L'affondo della Lega si riferisce al fatto che la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, è stata tra i firmatari dell'appello rivolto al ministro della Giustizia, per la vita di Cospito. A motivare l'adesione all'appello era stata nei giorni scorsi la stessa Clancy in un post  Facebook: "Ringrazio le tante e i tanti intellettuali e giuristi che  hanno pubblicato un appello al Ministro della Giustizia e all'Amministrazione penitenziaria per la vita di Alfredo Cospito rompendo un silenzio pressoché totale tra le istituzioni e nei luoghi del dibattito pubblico circa questa vicenda. Ho scelto anch'io di firmarlo -  scriveva la vicesindaca  - e di sostenerne le ragioni, poiché l'azione di Cospito interpella le nostre coscienze e solleva questioni di etica e di diritto fondamentali: l'autodeterminazione dell'individui , la vita umana e la dignità della persona a cui la nostra Costituzione accorda la massima tutela, le condizioni del regime penitenziario italiano, l'idea stessa di sistema penitenziario".

Alfredo Cospito e il 41-bis

Lo scorso lunedì 19 dicembre il tribunale di Roma ha confermato la reclusione in regime di 41-bis per Alfredo Cospito, l’anarchico autore di un attentato nel 2006 ad una caserma dei Carabinieri di Fossano, in Piemonte, che non aveva causato né morti né feriti. Dallo scorso ottobre, Cospito è in sciopero della fame contro la misura di costrizione. Dopo i primi due livelli di giudizio, la Corte di Cassazione aveva confermato le condanne, decidendo però per il 41-bis dopo aver cambiato il capo d’accusa in “strage contro la personalità interna dello Stato”.

Da anni al centro di numerose contestazioni, il regime di 41-bis - detto anche ‘carcere duro’ - è solitamente previsto per i detenuti appartenenti a organizzazioni criminali come, ad esempio, le mafie. Fu a tal proposito introdotto nel 1992 con lo specifico scopo di impedire che ci fosse comunicazione tra i detenuti e l’organizzazione criminosa di appartenenza. 

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