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Cronaca

Annamaria Franzoni fuori dal carcere: lavorerà in una cooperativa

Condannata a 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele, potrà uscire la mattina per poi rientrare la sera nella struttura della Dozza

Potrà uscire la mattina per poi rientrare la sera nella struttura della Dozza Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni per il delitto del figlio Samuele Lorenzi, avenuto il 30 gennaio 2002 a Cogne.

E' stata ammessa al lavoro esterno dal carcere di Bologna e da lunedì scorso si reca a lavoro ogni mattina nella cooperativa 'Siamo qua', che da diversi anni ha avviato il progetto 'Gomito a gomito', il laboratorio di sartoria aperto nella sezione femminile del carcere della Dozza di Bologna. Si producono oggetti di abbigliamento, in particolare in questo periodo borse che vengono poi venduti anche in banchetti in città.

Ad alcune detenute coinvolte nel progetto viene - a volte - concessa la possibilità di lavoro esterno nella sede della coop sociale, che è nella vicina parrocchia di Sant'Antonio di Padova alla Dozza, guidata da un religioso molto amato in città, don Giovanni Nicolini. Anna Maria Franzoni, che già lavorava nel laboratorio interno al carcere, lavora lì da sola da lunedì scorso. Chi l'ha vista al lavoro la descrive come contenta della sua nuova attività.

ORDINAMENTO PENITENZIARIO. E' l’art. 21 dell’ordinamento penitenziario che da' la possibilita alla detenuta di lavorare all’esterno, di frequentare corsi di formazione professionale, prestare attività a titolo volontario e gratuito in progetti di pubblica utilità in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni le province, i comuni, le comunità montane, le unioni di comuni, le aziende sanitarie locali, o presso enti o organizzazioni, anche internazionali, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato, comma 4-ter introdotte dalla legge n.94 del 9 agosto 2013),  prestare la propria attività a titolo volontario e gratuito a sostegno delle vittime dei reati commessi, comma 4-ter introdotte dalla legge n.94 del 9 agosto 2013.

Il lavoro all’esterno è proposto dal direttore dell’istituto ed approvato dal Magistrato di sorveglianza nel caso a fruirne siano condannati o internati. E’ proposto dal direttore dell’istituto previa approvazione dell’autorità giudiziaria competente nel caso di imputati.

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