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Tumori e cellulari: no nuova antenna in zona Foscherara. Arpae studierà onde elettromagnetiche

In Comune l'udienza conoscitiva sui danni alla salute. Di pochi mesi fa lo studio dell'Istituto Ramazzini a riguardo

Viste le lamentele dei residenti, il Comune di Bologna prova a disinnescare l'installazione di un nuovo ripetitore di telefonia mobile, targato Vodafone, in via della Foscherara.

Dal Comune è 'partito un "no" alla richiesta di installazione e questo "in virtù del principio di precauzione- annuncia in commissione l'assessore alle Attivita' produttive, Marco Lombardo- che è stabilito dalla normativa europea e anche da una consolidata giurisprudenza": principio secondo cui "anche in assenza di evidenze scientifiche sul danno per la salute, ma in presenza di un rischio, si puo' negare l'autorizzazione". Da parte dell'amministrazione "non e' una scelta obbligata dal punto di vista legislativo", sottolinea Lombardo. 

Opzione che però non convince i residenti. "Avremmo un palo in meno ma come onde elettromagnetiche sarebbe uguale", replica Simonetta Maffoni per il comitato nato nella zona: "Rappresentiamo 160 cittadini" e "siamo molto arrabbiati", perche' l'aggiunta di un ripetitore rappresenta "un danno alla salute e un danno economico.

"Ho chiesto a Lombardo di aprire un tavolo con Vodafone per cercare di evitare anche di mettere il ripetitore sull'antenna che gia' esiste", con l'obiettivo di capire "se ci sono altri siti" da considerare. E' un tentativo", afferma l'assessore alla salute Barigazzi, sapendo che non sara' facile.

Vodafone "fara' gia' ricorso sul diniego", prevede l'assessore, ricordando poi che le norme attuali "considerano l'installazione di antenne un servizio pubblico e dunque lasciano ampio spazio": in altre parole, "abbiamo le armi un po' spuntate". Questo sapendo che si parla di possibili rischi per la salute dai 50 volt per metro mentre le legislazione italiana fissa i limiti a sei volt, ricorda l'assessore: quindi "non gridiamo al lupo.

Ma neanche sottovalutiamo le cose", sottolinea Barigazzi, chiedendo ad Arpae di effettuare una rilevazione in zona Foscherara sull'impatto dell'impianto gia' esistente. "Ovviamente mettendo un ripetitore in piu' la potenza aumenta", afferma intanto Cristina Volta dell'Arpae: ma per fare una valutazione "sara' molto importante" l'eventuale progetto del gestore, perche' da quello si capira' il "puntamento" delle onde. "Sappiamo che l'elettromagnetismo non induce un effetto diretto sul dna e di conseguenza non e' un diretto cancerogeno", sottolinea Annamaria Colacci sempre per l'Arpae.

Invece Daniele Mandrioli dell'istituto Ramazzini parla di "rischio basso, ma statisticamente significativo". Gli esperti, insomma, non sciolgono tutti i dubbi: tra Colacci e Mandrioli finisce perfino con un battibecco a margine della commisione. (Dire)

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