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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Navile

Antenna 4G in via Saliceto, cittadini preoccupati. L'assessore: 'C'è l'ok di Arpae'

Dopo la notizia della raccolta firme dei residenti, contrari all'installazione, l'assessore alle Attività produttive Lombardo chiarisce

Un'antenna per la telefonica 4G sarà installata nel quartiere Navile, tra via Saliceto e via Jacopo di Paolo. Il tema è stato sollevato oggi in congilio comunale, dopo la notizia della raccolta firme dei residenti, contrari all'installazione. 

Alle domande di diversi consiglieri ha risposto l'assessore alle Attività produttive Marco Lombardo che ha parlato di "tema è delicato e complesso perché attraversa diversi elementi e attraversa anche diversi beni giuridici costituzionalmente rilevanti: la libertà di iniziativa economica, la tutela della salute e la tutela del paesaggio" quindi ha citato Come prima cosa importante occorre dare informazioni corrette, non ho dubbio che le domande di tutti e tre i consiglieri abbiano a cuore quello che anche a noi sta a cuore, cioè cercare di fare un bilanciamento tra questi due interessi tenendo conto le considerazioni che riguardano la salute dei cittadini e le loro preoccupazioni, però partiamo dalle corrette informazioni: il caso di Jacopo di Paolo non è un'installazione di 5G, quindi il tema del 5G rileva sotto altri profili che comunque non mi esimerò dal rispondere: ma è l'installazione di un'antenna del 4G. In particolare il D. Lgs. n. 259 sulle telecomunicazioni: "le infrastrutture di rete pubblica di comunicazioni di cui all'articolo 87-88 e le opere di infrastrutturazione per la realizzazione delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica, in grado di fornire servizi di accesso a banda larga, effettuate anche all'interno degli edifici, sono assimilate ad ogni effetto, alle opere di urbanizzazione primaria".

L'assessore riferisce che c'è stato un parere dell'Agenzia di Prevenzione Ambientale dell'Emilia-Romagna, che, rispetto alla richiesta fatta da Iliad (azienda di telefonia - ndr) ha affermato che "l'esito della valutazione non ha evidenziato livelli di campo elettrico superiore al limite di esposizione previsto dalla normativa vigente, anche tenendo conto, al limite di attenzione fissato in 6 V/m, l'esito delle stime effettuate sugli edifici posti entro una distanza di 200 m dall'impianto in questione, ha evidenziato che tale valore viene rispettato" ma, continua Lombardo "è chiaro che, al di là del dato normativo, c'è un'attività istituzionale e politica che si può e che, a mio avviso, si deve fare, per venire incontro alle tutele e alle preoccupazioni dei cittadini, che non vengono affatto ignorate".

L'assessore alla salute Giuliani Barigazzi e lo stesso Lombardo hanno chiesto quindi un incontro con Iliad per cercare di valutare soluzioni alternative. 

Antenne 5G

Riguardo alle antenne di ultima generazione "c'è già una convocazione di tutti i gestori" ha detto Lombardo  che anche ha chiesto all'operatore "la disponibilità di incontrarci per valutare anche possibili soluzioni alternative, anche perché, pur rientrando quel sito nei parametri normativi previsti, proprio perché ha una incidenza volt/metro abbastanza alta, ci pone un tema, che è quello di monitorare, anche attraverso l'Arpae, che si eviti lo sforamento al limite del 6 Volt/metro, per cui è anche nostro interesse cercare di vedere se possono essere trovate soluzioni alternative" rifacendosi al divieto del 5G imposto dalla città di Bruyxelles citato in aula della consigliera ex 5 Stelle Dora Palumbo: "Anche in assenza di dati scientifici certi sulla prova del danno, il principio di precauzione ci consente di operare un bilanciamento se c'è un aumento del rischio che sia scientificamente provato. Allora noi dobbiamo evitare due rischi - continua Lombardo - da un lato quello dell'allarmismo dei cittadini non fondato su basi scientifiche e dall'altro quello della minimizzazione del rischio che ci porta a dire che in qualche modo il 5G è un'evoluzione naturale del 4G, perché sappiamo perfettamente che il 5G è alla base di una rivoluzione industriale per cui sarà molto alta la mole di dati e comporterà un impatto forte nel nostro modo di vivere e nel nostro modo di produrre, e dall'altro dato ad oggi, nella comunità scientifica internazionale esistono diversi studi che ci dicono che al momento non è valutata l'ipotesi del danno alla salute nei 6 volt/metro anche utilizzando il 6G. Ovviamente alla situazione attuale, perché nessuno può prevedere quale sarà l'utilizzo dei dati che con il 5G può avvenire nelle nostre città".

Lo strudio dell'Istituto Ramazzini

Lombardo cita lo studio dell'Istituto Ramazzini che, dopo l'esposizione dei ratti in maniera continuativa, non con il limite dei 6 volt/metro, ma dei 50 V/m, avrebbe evidenziato un tipo di malattia possibile, il neurinoma cardiaco sui topi.

"Ora, è importante dire che a livello italiano per le emissioni nel nostro Paese, il limite di esposizione è più basso rispetto a quello degli altri Paesi europei, è la metà della Germania e in nessun caso arriva all'esposizione di 50 V/m. Questo lo dico perché è importante dare informazioni ai cittadini. Allora, piuttosto che muoverci seguendo l'indicazione di un impianto volta per volta abbiamo inviato a febbraio una lettera, a nome mio e dell'assessore Barigazzi, rivolta innanzitutto agli operatori del 5G, proprio per cercare di avviare un tavolo" precisa l'assessore "riteniamo che sia importante anche la partecipazione di altri soggetti, come Arpae, Ausl,la sovrintendenza, la Regione Emilia-Romagna, anche sentendo eventuali portavoce dei comitati, sentendo esperti epidemiologici, l'istituto Ramazzini tra essi" assicurando che "entro la fine di maggio ci sarà questa riunione" inoltre "qualche settimana fa, il Consiglio di Stato ha fatto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per chiedere se i comuni che possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, minimizzando l'esposizione delle popolazioni ai campi elettromagnetici, se sia compatibile con il diritto dell'Unione Europea. Cioè, in qualche modo, quello che noi stiamo cercando di fare, e cioè individuare criteri localizzativi degli impianti di telefonia mobile, anche espressi sotto forma di divieto, quale ad esempio il divieto di collocare antenne su specifici edifici, penso agli ospedali, penso alle case di cura, penso alle scuole, penso ai siti sensibili e quindi introducendo, non delle limitazioni alle localizzazioni, ma delle linee guida di intervento su dove poter fare queste localizzazioni".

La Sovrintendenza archeologica delle belle arti ha segnalato che nella zona dove dovranno essere effettuati i lavori in via Jacopo di Paolo, potrebbero esservi delle richieste di valutazione dell'eventuale esistenza di una stratigrafia archeologica sepolta: "Cchiediamo all'operatore di darci un'informazione se è stata data comunicazione alla Sovrintendenza dell'avvio lavori e se è stata fatta ottemperanza di questa richiesta, nel qual caso, in questo come in altri casi, cercheremo di fare la valutazione se sono stati rispettati tutti i procedimenti, sicuramente l'iter autorizzatorio, poiché non prevedeva un limite alle disposizioni dei 6 V/metro è stato concesso perché era dentro la normativa e non avremmo potuto fare altrimenti. Da questo punto di vista se ci sono altre valutazioni, dal punto di vista sanitario, dal punto di vista della tutela del paesaggio, dal punto di vista della volontà ad incontrare il gestore, noi siamo disponibili, anche lunedì mattina, a incontrare il gestore a condizione che non vengono effettuati lavori perché evidentemente cesserebbe la materia della discussione, non del contendere ma della discussione, e quindi a quel punto non avrebbe senso quel tipo di incontro" conclude Lombardo.

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