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Cronaca Savena / Via Guido Guinizelli

L'Antoniano si rinnova: "Il cantiere non fermerà la mensa per i poveri. Che con il Covid sono aumentati"

Il direttore di Antoniano Giampaolo Cavalli: "Entro la fine dell’anno spazi più sicuri e belli mentre le attività proseguono regolarmente con la mensa e la cucina solo temporaneamente spostate"

Antoniano parte con un importante lavoro di ristrutturazione per poter offrire nuovi servizi e nuove attività sociali e culturali, potenziare le iniziative in favore dei più fragili e offrire alla città un luogo di reale integrazione. Gli interventi prevedono un adeguamento anti-sismico e si inseriscono nel percorso di avvicinamento al 70° anniversario della fondazione di Antoniano, che ricorrerà nel 2024. Entro la fine dell’anno spazi più sicuri e più belli mentre le attività proseguono regolarmente con la mensa e la cucina solo temporaneamente spostate. Non è una data a caso: il 13 giugno del 1954 viene inaugurato l’Antoniano e proprio 67 anni dopo, il 13 giugno 2021, sono iniziati i lavori del rinnovamento. 

Intervista a Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano

Dunque Antoniano si rinnova. Esattamente quali saranno gli interventi di ristrutturazione? Quali le aree interessate?

"L’area principalmente interessata dagli interventi sarà il piano -1, quello dedicato servizi per le persone e le famiglie che chiedono aiuto e sostegno, che hanno sì bisogno di un pasto, ma anche di ritrovare il lavoro, di crearsi una professionalità, di sentirsi parte della comunità. Per accogliere queste persone e rispondere al meglio alle loro esigenze ci sarà uno spazio per il servizio di prima accoglienza, completamente ripensato e collocato in uno spazio più vicino alla mensa, si chiamerà Welcome Antoniano. Non abbiamo pensato solo all’adeguamento antisismico per il piano della Mensa e della Cucina, dove c’è pure il Laboratorio del Pane, il Guardaroba, la Sala Accoglienza. Abbiamo osato interpretarlo come un’opportunità per far diventare ancora di più Antoniano un luogo di comunità dove, grazie a degli ambienti più accoglienti e funzionali, sarà più agevole incontrarsi, fare percorsi formativi, oltre il pasto e la colazione".

Speriamo di lasciarci alle spalle un anno difficile tra pandemia ed effetti ad essa collegati, come l'aumento delle povertà. Nel periodo dei lavori verranno sospesi dei servizi? Che dire della mensa che tanto fa per i bolognesi in difficoltà?

"Tutti i servizi di Antoniano continueranno regolarmente. Continueremo a prenderci cura di chi ha bisogno come abbiamo sempre fatto, anche in questo anno così difficile che ha messo in difficoltà tante persone. Anche il servizio mensa, che in questo anno ha registrato un grande aumento di utenti, rimane attivo, anche se temporaneamente è stato spostato sul terreno del campo da calcio della parrocchia dell’Antoniano. Il pasto viene servito all’interno di una tensostruttura fornita dal Comune di Loiano e dalla Proloco di Loiano, con la collaborazione di Croce Rossa Italiana – Comitato di Bologna, che da anni ci supporta nel servizio mensa con i suoi volontari. Gli ospiti accedono alla nuova area mensa da Via Jacopo della Lana 4 e consumano il pasto sui tavoli allestiti nella tensostruttura, sempre nel pieno rispetto del distanziamento e delle norme anti-Covid.

Per la preparazione dei pasti invece ci hanno aiutato la Parrocchia della Sacra Famiglia, che ha messo a completa disposizione la propria cucina, e il Convento Della Gaggiola di La Spezia che ci ha fornito un container cucina all’interno del quale può essere ultimata la preparazione dei pasti".

Cosa abbiamo imparato in questo periodo difficile? C'è stata maggiore generosità e qualche segnale positivo nonostante tutto? 

"Pensando a quanto abbiamo vissuto nei mesi scorsi, vedo volti che non avevo mai notato prima in fila, anche persone più giovani di mesi fa. Riconosco i suoni di tanti nati e vissuti sui nostri territori, assieme a molti provenienti da paesi lontani. Ho visto e sento tanta vicinanza, tanti che con il loro aiuto ci garantiscono la possibilità di continuare a preparare il pranzo ogni giorno, tutti i giorni dell’anno. Tanti volontari, la disponibilità degli operatori. Penso alla solitudine di tanti nei mesi passati. Credo nella necessità di non ritenersi autosufficienti e bravi, ma di darsi da fare insieme. Da questi mesi mi porto la certezza che tutto ciò è vero. L’ho visto".

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