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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Case popolari: anziani con il coinquilino per combattere la solitudine

Piano di Acer per evitare la solitudine di una delle categorie più debole, in contesti di fragilità

Ines ha 81 anni e vive nelle case Acer in via Libia a Bologna. Dalla primavera dell'anno scorso è rimasta vedova e pur essendo una donna ancora autonoma e piena di interessi, sente molto la solitudine, soprattutto di notte.

E' così che a lei e alla figlia Patrizia viene l'idea di rivolgersi all'Auser, per entrare a fare parte del progetto 'Abitare solidale'. Ovvero, la signora Ines mette a disposizione la sua casa per ospitare un'altra persona, che la aiuti nelle faccende domestiche, divida le spese e soprattutto le faccia compagnia.

La prima esperienza di coabitazione, con una ragazza che lavora in quartiere, originaria del mantovano, non è andata come si sperava. Ma Ines non si è arresa e così si è arrivati al secondo tentativo, che invece è andato a buon fine. Ad Auser, infatti, si era rivolta anche la signora Lorena, di 68 anni, anche lei sola e senza casa per problemi economici.

Dopo il primo mese di prova, le due donne hanno firmato il patto abitativo e, anche grazie alla figlia di Ines e all'Auser, in questi mesi "si è stabilita una relazione positiva ed equilibrata per entrambe". A raccontare la storia, oggi nello stesso stabile di via Libia, è il presidente di Acer Bologna, Alessandro Alberani, insieme alla numero uno dell'Auser provinciale, Paola Marani, alla presenza delle dirette interessate.

"La famiglia di questa inquilina è da 100 anni che vive in queste case popolari", sottolinea Alberani, presentando la signora Ines alla stampa. Fra le due donne c'è "un patto di convivenza molto forte- sottolinea Alberani- che parte dalla condivisione delle spese e da un tema centrale per la nostra città: combattere la solitudine. Perché a stare da soli a 81 anni in casa c'è il rischio che succeda qualcosa e credo che l'anziano abbia soprattutto paura che gli succeda qualcosa da solo. La convivenza è uno dei punti centrali che Acer ha messo in campo, per dare una vita migliore alle persone anziane che abbiamo nelle nostre case popolari".

Dal punto di vista normativo, aggiunge il presidente Acer, "noi abbiamo la possibilità di dare l'abitabilità temporanea per ricevere queste persone. Questa è la prima volta che un inquilino dà qualcosa a noi e non noi a lui. Sappiamo che ci sono tanti appartamenti grandi, abitati da una sola persona, e questa idea di convivenza ci permette di liberare più posti e dare una vivibilità migliore alle persone che vi abitano".

Il progetto 'Abitare solidale', spiega a sua volta Marani, "nasce a Firenze 10 anni fa e che abbiamo portato a Bologna tre anni fa grazie ad Auser. E' una risposta alle persone anziane e sole, che con un piccolo aiuto possono continuare a vivere nelle loro case: questo è l'aspetto più importante del progetto".

Nello stesso tempo, si dà anche "una risposta a chi ha bisogno di una casa ma non riesce ad accedere al mercato dell'affitto per condizioni di precarietà economica". In Auser, continua Marani, "abbiamo uno sportello dove una volta a settimana riceviamo le domande di chi è disposto a offrire casa e di chi ne ha bisogno.

Cerchiamo di fare questi abbinamenti valutando le caratteristiche delle persone, non sono casuali ma basati sull'età, le affinità culturali, le abitudini e gli stili di vita. Si fanno diverse proposte, si fanno incontrare diverse persone e si selezionano coloro che hanno le caratteristiche per la coabitazione". Oggi nella banca dati di Auser Bologna si contano 57 persone selezionate in attesa di una soluzione abitati va e circa 20 persone che hanno dato disponibilità a ospitare in casa propria.

"Facciamo sottoscrivere un patto abitativo, con impegni per entrambi- spiega ancora Marani- è un concetto lontano dal sub-affitto, è un progetto di mutuo aiuto: in cambio di una camera e della casa, mi aiuti garantendomi compagnia, andando a fare la spesa e facendo le faccende domestiche. Non sono persone che hanno bisogno di una badante o di una colf, ma di qualcuno che li aiuti a stare a casa loro". (San/ Dire)

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