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Cronaca Lizzano in Belvedere

Nevica sul Corno alle Scale. Nel weekend impianti aperti, ma gli albergatori sono preoccupati

Sull'Appennino bolognese ci sono trenta centimetri di neve, e le previsioni meteo fanno ben sperare. Ma fino ad ora la stagione invernale non è stata quella che ci si poteva immaginare. Le voci dalla zona, dove restano timori e preoccupazioni

In questo momento ci sono trenta centimetri di neve, e le previsioni per i prossimi giorni fanno ben sperare. Ma fino a questo momento, la stagione invernale del Corno alle Scale non è stata quella che ci si poteva immaginare. Poca neve, quasi nulla. Ma soprattutto le alte temperature che non hanno permesso agli impianti di sparare la neve finta. C’è stato poi il sabotaggio ai cannoni sparaneve, e manca lo strato di ghiaccio e neve che solitamente, a metà gennaio è già formato da un pezzo. Il risultato di tutto ciò è quello di una stagione per metà andata sprecata. 

Partenza a rilento

“Vengo giù adesso dal Corno – racconta al telefono Vanes Pozzi, titolare dell’albergo Corno alle Scale – ci sono trenta centimetri di neve. Da stasera dovrebbe nevicare, e sabato si aprono gli impianti. Per il fine settimana siamo fiduciosi”. Non è la prima volta che la neve tarda ad arrivare, ma sommando la mancanza di freddo e neve ai due anni di pandemia il risultato non è incoraggiante: “Durante la pandemia c’erano quattro metri di neve, ma gli impianti erano chiusi. Durante le vacanze di Natale di quest’anno non c’è stata neve e abbiamo lavorato tutti pochissimo. Insomma, è un anno difficile”. Eppure, le persone pronte ad impugnare sci e racchette ci sarebbero anche: “Qui è un continuo telefonare in albergo, dopo due anni le persone hanno molta voglia di tornare a sciare. A dicembre un po’ di neve c’era, poi è arrivata una gran sciroccata ed è andata tutta via. Ma i locali adesso sono tutti pronti a partire e da lunedì abbiamo anche alcune prenotazioni delle scuole che verranno in settimana bianca. Speriamo bene”. La conferma che il tempo migliorerà (o peggiorerà, a seconda dei punti di vista) è arrivata anche dalla stazione metereologica: sabato gli impianti saranno aperti. Non tutti, certo, ma è già qualcosa.

Caldo record

Innegabile la tendenza al caldo dovuta al riscaldamento globale, checché ne dica il sindaco di Lizzano in Belvedere Sergio Polmonari che, intervistato da Repubblica, si era detto scettico a proposito del climate change: “Il cambiamento climatico? Io credo poco a questi scienziati che guardano al futuro. Quella che è in atto è una vera e propria guerra alla montagna, questa è la verità. Con tutta questa propaganda vogliono soltanto spopolarla sempre di più. Ma io sono nato e cresciuto qui, e posso assicurarle che di Natali senza neve ne abbiamo già visti" aveva detto il sindaco lo scorso 29 dicembre. Peccato che alle sue parole facciano da contraltare i dati scientifici dell’Arpae Emilia-Romagna, i quali evidenziano in modo inequivocabile come quello appena trascorso sia stato l’anno più caldo da quando l’istituto raccoglie i dati, e cioè dal 1961. Lo scorso 5 gennaio, sul settimanale L’Essenziale, il consigliere del quartiere Porto-Saragozza e meteorologo Federico Grazzini scriveva come, dal 17 dicembre, le temperature in cima al Corno non erano mai scese sotto lo zero. Nel pezzo, titolato “Una nevicata non basterà a salvare l’Appennino”, Grazzini spiegava come la poca neve caduta fino ad allora si fosse sciolta molto più rapidamente del solito a causa, appunto, delle alte temperature. Infatti, "La permanenza del manto nevoso dipende dalla quantità delle precipitazioni nevose, dalla loro frequenza, e in larga misura dalla temperatura dell’aria nei giorni successivi alla nevicata”.

La preoccupazione degli albergatori

Guerra alla montagna o no, reale o immaginaria che sia, a legare gli albergatori è un certo sentimento di preoccupazione per il futuro. “Siamo preoccupati, certo. Le tasse comunque continuiamo a pagarle e di aiuti non se ne vedono. È un brutto andare, anche se noi cerchiamo di rimanere positivi” continua Vanes dell’albergo Corno alle Scale. Per lui e la sua famiglia la salvezza è data dalla gestione familiare e dalla mancanza di un affitto da pagare. Ma non tutti condividono questa fortuna: “Tante attività stanno chiudendo – dice Vanes –, senza lavorare e con le tasse da pagare è difficile andare avanti. Qui tutti promettono ma nessuno ci aiuta”.

La stessa preoccupazione c’è per Carmen dell’Hotel Montegrande, a Vidiciatico: “Se va tutto bene questa settimana gli impianti dovrebbero aprire, ma la partenza è stata a rilento. Alcune prenotazioni per questo weekend le abbiamo, ma solo se aprono gli impianti. Per questo non abbiamo preso le caparre. C’è molto incertezza e siamo preoccupati. Non sappiamo come organizzarci: un anno il Covid, un anno non c’è la neve. Non è un bel momento”.

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