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Cronaca

Rimborsi 'truccati' Apt: al via il sequestro beni all'ex capo ufficio stampa Fabio Grassi

Il Giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero di sequestro "per equivalente"

3.981,88 questo per la Procura l'ammontare dei rimborsi indebitamente ottenuti da Fabio Grassi, capo ufficio stampa dell'Apt dell'Emilia-Romagna, l'azienda che si occupa della promozione turistica della regione: il Giudice per le indagini preliminari Francesca Zavaglia ha così accolto la richiesta del Pubblico Ministero di sequestro preventivo "per equivalente". 

A gettarlo nella bufera la testimonianza di una giornalista secondo la quale Grassi avrebbe usato il suo nome per farsi rimborsare due pranzi a Cesenatico in cui in realtà gli ospiti erano Dario Fo e l'editore Roberto Mugavero e Grassi avrebbe chiesto ad alcuni colleghi di ''coprirlo''. 

Avrebbe ottenuto "da parte dell'ente il rimborso di somme in realtà non riconducibili agli impegni istituzionali che ne costituivano l'apparente giustificazione, così ottenendo per sè un ingiusto profitto con correlativo danno per l'amministrazione comunale" per 2060 euro, si legge nel decreto di sequestro. Avendo inoltre a disposizione una carta di credito aziendale "si appropriava per finalità proprie di somme di pertinenza dell'ente pubblico che utilizzava per l'indebito pagamento di pasti effettuati non giustificati, oggettivamente e soggettivamente, con l'adempimento dei compiti istituzionali per i quali solo l'utilizzo della carta gli era consentito" (per 1.921,88 euro). 

Ad agosto Liviana Zanetti, presidente di Apt, annunciò le dimissioni di Grassi: "Ho accettato le dimissioni volontarie del capo Ufficio stampa e responsabile della Comunicazione Fabio Grassi, motivate dalla volontà di tutelare l'immagine dell'azienda e dell'intera attività di comunicazione turistica condotta fino ad oggi". L'azienda nel frattempo aveva fatto sapere di essere "al lavoro" per chiarire i fatti, dando mandato all'avvocato Vittorio Manes di valutare azioni in merito. 

Ma il passo indietro non era bastato al Movimento 5 Stelle: la consigliera regionale Raffaella Sensoli nei primi giorni di settembre aveva presentato un esposto sul caso Apt in Procura e dunque alla Guardia di Finanza.

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