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Cronaca

Arancione scuro, Merola: "672 contagi e 754 ricoverati. Curva che preoccupa"

"Numero di contagi che neanche a novembre avevamo raggiunto". Scuole chiuse e didattica a distanza al 100 per cento per l'Università

"Abbiamo condiviso oggi una misura necessaria e per questo ringrazio tutti i sindaci – afferma il Sindaco di Bologna e della Città metropolitana Virginio Merola - Lo abbiamo fatto sulla base di dati scientifici e di numeri precisi che ci ha fornito l’Azienda Sanitaria". E' il commento del sindaco metropolitano, Virginio Merola, alla decisione di adottare la zona arancione scuro, da sabato 27 febbraio, nella città di Bologna e tutti i Comuni della Città metropolitana: domani la Regione Emilia-Romagna emanerà l’ordinanza. 

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"Oggi 672 contagi, un numero che neanche a novembre avevamo raggiunto, e attualmente 754 persone ricoverate nei nostri ospedali. È necessario anticipare, e invertire, gli esiti di una tendenza che porterebbe una pressione eccessiva sulle strutture sanitarie - sottolinea Merola - con un numero rilevante di comuni in situazione di criticità è necessario un unico provvedimento che riguardi tutta l'Area metropolitana.  Per questo assumiamo misure omogenee in tutta la Città metropolitana sul modello dell'ordinanza regionale in vigore per il circondario imolese". 

Il sindaco di Bologna pone l'accento sull'aumento dei contagi nella fascia delle scuole elementari e medie: "Abbiamo condiviso anche la misura della chiusura delle scuole, a partire dalle elementari e fino alle superiori. Anche l’Università passerà alla didattica a distanza al 100 per cento". 

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Poi gli appelli: "Al Governo chiediamo di introdurre i congedi straordinari anche per i genitori delle zone arancione scuro e sappiamo che ci sarebbe una disponibilità in tal senso. È un tema che si sta ponendo in tutta Italia, dove si stanno decidendo queste misure.

Ai cittadini chiedo invece di limitare il più possibile gli spostamenti, di muoversi nel rispetto dell’ordinanza che vieta di andare in altre case, da parenti o amici, se non per casi di necessità, di tornare ad andare a far la spesa un solo componente per famiglia. È un provvedimento limitato nel tempo che siamo convinti darà risultati e chiedo di affrontarlo con lo spirito di responsabilità che la grandissima maggioranza dei cittadini ha avuto fino ad adesso.
Le vaccinazioni stanno proseguendo e rappresentano la vera via d’uscita dall’emergenza sanitaria.
Ma adesso è necessario fermare una curva che preoccupa”.

"Si rischiano mille ricoveri"

"Con l'attuale ritmo di crescita, la corsa del covid a Bologna potrebbe portare nel giro di poche settimane ad avere fino a mille ricoveri negli ospedali, a fronte di 646 posti letto oggi in dotazione". Così Paolo Bordon, direttore generale dell'Ausl di Bologna: "Maggiori restrizioni alla circolazione delle persone per limitare la diffusione del virus e proteggere, in particolare, le classi di età che in questo momento registrano i dati più alti di diffusione del contagio e, contemporaneamente mettere in sicurezza la rete ospedaliera- spiega Bordon- sono queste le tre direttrici principali che, dal punto di vista sanitario, motivano l'ordinanza regionale". L'andamento della pandemia, fa notare il direttore generale Ausl, "ha fatto registrare, nella settimana tra il 15 e il 21 febbraio, un'incidenza di 340 casi ogni 100.000 abitanti, con una crescita costante osservata dall'inizio del mese, che si era aperto con un tasso di 200 casi ogni 100.000 abitanti". In questo quadro, sottolinea Bordon, "la classe di età che maggiormente ha registrato i più alti livelli di contagio è quella compresa tra 11 e 13 anni, con un tasso di incidenza di 535 casi ogni 100.000 persone".

La proiezione di questi dati, elaborata dal gruppo di esperti dell’Università di Bologna, presenta scenari che, a seconda delle limitazioni agli spostamenti dei cittadini, prevedono nelle prossime settimane una occupazione di letti ospedalieri dedicati al COVID 19 che oscilla da un minimo di 800 (scenario arancione scuro) a un massimo di 1.000 (scenario arancione), a fronte di una dotazione odierna di 646.

"Per mantenere attive la cura e l’assistenza a tutte le patologie - conclude Bordon - oltre ad aumentare la dotazione di letti COVID, è più che opportuno quindi limitare la diffusione del virus”.

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