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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Veglia di preghiera per i profughi morti, Zuppi: 'Di fronte al dolore non ci si divide'

Ieri sera le preghiere nella chiesa di San Benedetto: "Dobbiamo essere tutti dalla parte delle vittime, che sfidano la morte per un disperato bisogno di futuro"

L'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, dalla chiesa di San Benedetto ha guidato una veglia di preghiera in memoria dei profughi che hanno perso la vita via mare e via terra nel tentativo di raggiungere l'Europa. Di fronte al dolore di chi perde la vita "non ci si divide. Si mettono da parte le contrapposizioni e ci si vergogna di quel gusto un po' da protagonisti digitali di dirsi contro. Dobbiamo essere tutti dalla parte delle vittime".

Letti i nomi delle vittime e accesa una candela per ognuno di loro

Durante la celebrazione di ieri sera, sono state ricordate le principali tragedie dell'ultimo anno, letti i nomi delle vittime e accese candele in loro memoria. Presente anche un gruppo di migranti, che ha letto preghiere e animato con canti la funzione religiosa. In particolare, Zuppi cita i 70 che hanno perso la vita nei giorni scorsi davanti alla costa libica. "Sono morti perche' i porti erano chiusi la settimana scorsa- sottolinea l'arcivescovo- non ci possiamo abituare a questo".

E ha aggiunto: "Di fronte al dolore non ci si divide, si mettono da parte le contrapposizioni e ci si vergogna di quel gusto un po' da protagonisti digitali di dirsi contro. Dobbiamo essere tutti dalla parte delle vittime". Durante la veglia viene letto un passo del Vangelo di Matteo ("Ero straniero e non mi avete accolto"), lo stesso che e' costato al cardinal Ravasi una pioggia di insulti sui social. Zuppi sottolinea la necessita' di "disinquinare l'aria intossicata da rabbia, cinismo e banale egoismo".

"Non arrendiamoci al male"

Ed esorta: "Non dobbiamo arrenderci al male, alla stolta logica di non dare da mangiare a chi ha fame. Il giudizio e' per tutti- ammonisce il vescovo- la divisione non e' tra credenti e non credenti, ma tra giusti e non giusti. Nessuno pensi di essere dalla parte giusta, il giudizio inizia da oggi. Dobbiamo essere noi il porto, accogliere ci aiuta a essere accolti. La memoria dei morti ci aiuti a difendere i vivi e a scegliere con intelligenza, determinazione ed efficacia quella umana via per cui ero straniero e mi avete accolto".

Zuppi sottolinea come "pregare puo' sembrare poco se pensiamo a quello che sta accadendo", in una situazione nella quale spesso si e' "presi dalla ricerca di una soluzione rapida a un problema complesso, che e' sempre una tentazione". Oppure ci si affida "all'improvvisazione o al protagonismo di pensare che tutto inizia con noi stessi". Oppure ancora ci si rifugia in "giudizi temerari, che sono sempre un peccato, che oscurano i sentimenti di umana pieta' e smarriscono il buon senso. Li mettiamo da parte tutti". Stasera, ricordando i nomi delle vittime, "la Chiesa vuole essere madre- spiega Zuppi- che non vuole dimenticare nessuno dei suoi figli. La Chiesa non fa politica, ama i suoi figli". I profughi sono "morti di speranza" e con questa preghiera "vogliamo unirci al loro grido".

"I migranti sfidano la morte per un disperato bisogno di futuro: scappano da una morte sicura"

I migranti, continua l'arcivescovo, "sfidano la morte per un disperato bisogno di futuro, perche' scappano da morte sicura. E lo fanno anche per altruismo, per amore verso i loro cari, come facevano i nostri nonni emigranti. Salgono sui barconi consapevoli del rischio, ma la disperazione e' piu' forte della paura". Presenti alla veglia, organizzata dalla Comunita' di Sant'Egidio, moltissimi cittadini che riempiono la navata della chiesa. Ci sono fra gli altri anche la consigliera comunale Amelia Frascaroli, il numero uno delle Acli di Bologna, Filippo Diaco, e l'ex presidente del Consiglio comunale di Bologna, Gianni Sofri. Che alla Dire spiega: "Ho sentito il bisogno di essere qui per testimoniare la mia solidarieta' al vescovo e al sindaco per le offese e gli insulti di questi giorni e anche a Cathy La Torre per le minacce di morte subite. Ovunque ci sia qualcuno che dice cose giuste e difende i diritti, non bisogna chiedersi chi sia, ma correre a parlare insieme a lui". 

(agenzia DIRE) 

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