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Cronaca

Nido, punto debole? "Tra Cocopro e prestazione lavorativa, troppi i precari'

Il 25% dei coordinatori pedagogici con rapporti precari, nonostante si tratti di "figure di snodo importanti tra amministrazioni e genitori". A sottolinearlo è la responsabile dell'unità operativa Tutela infanzia e servizi socio-educativi della Provincia

Troppi lavoratori precari nei nidi bolognesi, questo sarebbe il suo "punto debole". Sono infatti quasi il 25% i coordinatori pedagogici lavori con contratti Cocopro o di prestazione lavorativa: rapporti precari, dunque, nonostante si tratti di "figure di snodo importanti tra amministrazioni e genitori". A sottolinearlo è Maria Cristina Volta, responsabile dell'unità' operativa Tutela infanzia e servizi socio-educativi della Provincia di Bologna, oggi in commissione.

Andando nel dettaglio, il 69,7% dei coordinatori ha un contratto a tempo indeterminato, il 3,4% a tempo determinato, il 7,9% un Cocopro, il 16,9% una prestazione professionale e il 2% rappresenta altre tipologie (come i soci di cooperative e i titolari di impresa). "Non possiamo accettare che i coordinatori pedagogici abbiano contratti di lavoro da nove mesi o un anno e che ogni anno cambino", afferma Maurizio Barelli, consigliere provinciale del Pd: da qui la proposta di vincolare i contributi "alle amministrazioni che garantiscono coordinatori solidi e stabili". Aggiunge un''altra consigliera del Pd, Edgarda Degli Esposti, presidente della commissione Servizi sociali: "Non si puo'' sentire che i coordinatori, che svolgono un ruolo chiave, siano figure svalorizzate".

Nel frattempo, Volta segnala che sono oltre 9.500 i bimbi presi in carico nei servizi 0-3 anni: nel 2012-2013 erano il 35,98% della popolazione di riferimento, contro il 36,2% del 2011-2012, il 36,24% del 2010-2011 ed il 35,5% del 2009-2010. Bologna continua a vantare "la copertura più alta in assoluto a livello nazionale", sottolinea Volta, ma dopo un decennio di crescita "per la prima volta si registra una flessione delle iscrizioni e dell''accoglienza": dato "inedito, ma in linea con la tendenza sia regionale che nazionale". Trend che solo in parte si spiega con il calo della natalita'': tra 2011-2012 e 2012-2013, infatti, le nascite sono calate del 2% e le domande del 10%. Procede, infine, l''attuazione delle linee regionali per la valutazione delle qualita'' del servizio: nel 2012-2013 i servizi coinvolti erano 116 su 307 e 1.071 su 2.600 gli operatori.

(agenzia Dire)

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