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Cronaca

Partita la "caccia agli asteroidi": nella missione Dart c'è anche Unibo

La sonda è decollata questa mattina dalla base californiana Vandenberg. L'obiettivo è quello di colpire "Dimorphos", un asteroide dal diametro di 160 metri

L'Università di Bologna nella squadra che gestisce il minisatellite "LiciaCube" insieme ai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Politecnico di Milano, Parthenope di Napoli, Istituto di Fisica Applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifac-Cnr) di Firenze, coordinata da Elisabetta Dotto dell'Inaf.

Si chiama "missione Dart" e consiste nell'inviare una sonda spaziale contro un asteroide per studiare gli effetti cinetici dell'impatto di un veicolo spaziale contro un asteroide, nell'ambito del progetto congiunto fra l'agenzia spaziale americana Nasa, il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, l'Asi, l'Agenzia spaziale italiana, e l'Esa, l'Agenzia spaziale europea.

Obiettivo, colpire l'asteroide Dimorphos

Dart, acronimo di Double Asteroid Redirection Test, è partito questa mattina, alle 7.20 ore italiane, dalla Vandenberg Space Force Base in California a bordo del Falcon 9, il lanciatore riutilizzabile della Space X. La meta è Dimorphos, un asteroide dal diametro di 160 metri che ruota intorno a un altro asteroide, Didymos, dal diametro di 780 metri, a circa 10.5 milioni di chilometri di distanza dalla Terra.

L'obiettivo è quello di colpire Dimorphos per alterarne il periodo orbitale attorno a Didymos e misurare dalla Terra la variazione indotta dall'impatto. "È una missione molto affascinante perché sperimenterà la possibilità di deviare minacce possibili che potrebbero un giorno interessare il nostro Pianeta - ha dichiarato il presidente Asi, Giorgio Saccoccia - Pericoli che si sono già verificati e che continuamente avvengono. Su questo satellite madre, Dart, c'è anche un nano satellite italiano LiciaCube che sarà il testimone, unico e speciale, di questo evento". LiciaCube, acronimo di Light italian cubesat for imaging of asteroids, che avrà l'obiettivo, attraverso le sue due telecamere, di osservare e filmare, a circa 50 chilometri di distanza, l'impatto di Dart con l'asteroide.

Il minisatellite

Per fare ciò è previsto che fra 10 giorni LiciaCube si stacchi da Dart per continuare il volo in autonomia. A gestire il minisatellite sarà una squadra tutta italiana che comprende ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Politecnico di Milano, Università di Bologna e Parthenope di Napoli, Istituto di Fisica Applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifac-Cnr) di Firenze, coordinata da Elisabetta Dotto dell'Inaf.

Questa è la prima di due missioni del programma Aida: Asteroid Impact and Deflection Assessment. La seconda sarà Hera dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) che osserverà l'effetto dell'impatto con l'asteroide. La missione Dart "segna l'inizio di un'era in cui si potrà evitare che asteroidi di media grandezza cadano sulla Terra. L'impatto modificherà l'orbita dell'asteroide più piccolo in modo tale da ricostruire completamente l'effetto dell'impatto sulla dinamica dell'asteroide - ha dichiarato Marco Tavani, presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica - Le informazioni di Dart saranno quindi di fondamentale importanza per imparare a fronteggiare concretamente il rischio di impatti di corpi celesti pericolosi per la Terra. Inoltre, la strumentazione di Dart permetterà anche di studiare per la prima volta la superficie e la struttura di questo peculiare sistema binario. Sono davvero felice che l'Italia contribuisca in modo significativo a questa missione con il nano-satellite LiciaCube e con suo il team scientifico coordinato dall'INAF. Le ricerche, le competenze e gli sviluppi tecnologici in ambito spaziale e astrofisico si dimostrano di importanza fondamentale per contribuire a preservare il nostro pianeta e il suo delicato sistema".

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