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Cronaca

Ragazza aggredita sul bus Tper: l'autista indagato per lesioni aggravate

La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo a carico dell'autista che avrebbe insultato e picchiato una ragazza di origini marocchine, rivolgendole anche frasi a sfondo razzista

La Procura di Bologna ha iscritto nel registro degli indagati l'autista Tper che avrebbe insultato e picchiato Hajar-Tellage, una studentessa 18enne di origini marocchine, rivolgendole anche frasi a sfondo razzista. L'accusa è di "lesioni aggravate" dall'avere commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualità di ministro di un culto, come prescritto dall'articolo 61 comma 9 del Codice Penale.

L'autista di una autobus è a tutti gli effetti un "pubblico ufficiale": secondo l'articolo 357 del Codice, "coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi".

All'autista non è stato contestato il reato di ingiuria, con l'uso di espressioni "razziste" ("scimmia, tornatene al tuo paese") poichè non sono ultimate le audizioni dei testimoni presenti quella sera.

La ricostruzione dei fatti che lui stesso ha fatto ai colleghi sarebbe diversa: Hajar-Tellage, in compagnia di una cugina, sarebbe dovuta scendere alla fermata precedente, ma si sarebbe mossa con lentezza, non prenotando la chiamata: a quel punto avrebbero attaccato il conducente, dandogli del figlio di...e le due, una volta avvicinatesi al posto di guida, avrebbero tentato di colpirlo con alcuni oggetti, uno dei quali era un pettine. Il coducente è stato sospeso dall'azienda di trasporti e, nel timore che venga licenziato, i colleghi stanno facendo una colletta per poter assumere un avvocato.

La giovane è stata dimessa dall'ospedale con 40 giorni di prognosi e le lesioni per la legge non sono considerate gravi: infatti è lievissima, se la durata della malattia non è superiore ai 20 giorni, lieve, quando supera i 20 ma non superiore ai 40, come in questo caso, grave, se supera i 40 giorni o gravissima, se la malattia è certamente o probabilmente insanabile. La pena viene dunque comminata di conseguenza.

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