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Cronaca

Favorì la fuga di due narcos: sospeso avvocato bolognese, dovrà pagare anche le spese processuali

Dopo l'operazione delle Fiamme Gialle che aveva portato al sequestro di 5 kg di cocaina e contanti, il legale si sarebbe attivato per informare alcuni componenti dell'organizzazione, poi divenuti latitanti

Interdizione dall’esercizio della professione a carico di un avvocato del foro bolognese, già denunciato nell’ambito dell’operazione “Big Five” per favoreggiamento personale e infedele patrocinio. L'ordinanza è stata eseguita dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna.

E' accusato di aver agevolato la fuga dall’Italia di almeno due narcotrafficanti (poi dichiarati latitanti), fra cui il capo si una organizzazione criminale dedita al narcotraffico. Il legale era stato nominato difensore da uno degli arrestati dopo il sequestro di 5,2 kg di cocaina purissima e di 20 mila euro in contanti, nonché all’arresto, in flagranza, di 3 persone. Lo stupefacente, una volta “tagliato” e venduta al dettaglio, avrebbe fruttatto oltre 1,5 milioni di euro. 

Sequestro di 5 kg di cocaina e contanti

I tre arrestati, di nazionalità brasiliana, erano stati ammanettati a fine marzo del 2017. Tutto ebbe inizio il 20 marzo quando una donna brasiliana di 36 anni, in arrivo all’aeroporto Guglielmo Marconi con un volo proveniente da San Paolo, grazie al fiuto dei cani antidroga, era stata fermata dai militari e trovata in possesso dello stupefacente occultato nel doppiofondo di uno zaino. Da subito la donna manifestava la volontà di collaborare per permettere l’individuazione dei destinatari dell’ingente partita di cocaina. Sotto la direzione del Pubblico Ministero di turno, Dott.ssa Antonella Scandellari, venivano ritardati gli atti relativi all’arresto della donna al fine di procedere ad una “consegna controllata”.

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In particolare, la donna veniva presa in consegna dagli specialisti della Sezione Antidroga del G.I.C.O. e accompagnata presso la struttura alberghiera dove la stessa risultava avere una prenotazione, e dove avrebbe dovuto ricevere disposizioni. Dopo due giorni, il corriere, che nel frattempo era stato più volte contatto tramite messaggi, aveva ricevuto l’ordine di recarsi nelle vicinanze di un ristorante in San Lazzaro. 
Utilizzando un taxi, i finanzieri, uno fingendo di essere l’autista e l’altro nascosto all’interno del bagagliaio, avevano scortato la donna fino al luogo indicato per l’incontro, dove due soggetti, entrambi di nazionalità brasiliana, si erano avvicinati e avevano ritirato la cocaina A questo punto i militari del G.I.C.O. erano intervenuti bloccando e traendo in arresto i destinatari dello stupefacente. 

Organizzazione in grado di importare grossi quantitativi

Le indagini successive, come riferiscono le Fiamme Gialle, hanno consentito di ricostruire le fila di un’associazione a delinquere in grado, fra ottobre 2016 e marzo del 2017, di importare oltre 35 kg di cocaina. A giugno del 2018 il sostituto procuratore Antonella Scandellari, aveva chiesto e ottenuto dal G.I.P. l’emissione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite sia in Italia che all’estero.

Come emerso dalle intercettazioni telefoniche, l’avvocato si era attivato per avvisare gli altri componenti dell'organizzazione dell’ordinanza a loro carico, sebbene non ne fosse il legale e avesse reso false attestazioni al Magistrato inquirente, in questo modo veniva agevolata la fuga dall’Italia di almeno due indagati, poi diventati latitanti,  fra cui il capo stesso.

Il professionista, denunciato per favoreggiamento personale e infedele patrocinio, nel 2020 era già stato colpito da un provvedimento di sospensione dall’esercizio della professione, poi annullato dal Tribunale del Riesame in sede di appello e divenuto nuovamente esecutivo il 22 giugno 2020, a seguito di opposizione da parte dell’Autorità Giudiziaria. L’Avvocato ha quindi presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione che, nel rigettarlo, lo scorso 3 maggio ha definitivamente confermato la sospensione dall’esercizio della professione forense per la durata di un anno condannandolo anche al pagamento delle spese processuali. 

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