Baby gang, Bernardo: "In Italia ne fa parte un ragazzo ogni 15"
I dati dell'osservatorio nazionale sull'adolescenza: provenienze da ogni tipo di ceto sociale
Calci, pugni, minacce, aggressioni immotivate, spesso ma non esclusivamente nei confronti dei propri coetanei. Le grandi città tornano a essere segnate dalle azioni violente delle cosiddette 'baby gang', fenomeno che anche a Bologna -seppure ancora in forme meno violente che in altre città, come per esempio Milano- comincia a prendere piede, rafforzato anche da due anni di pandemia e dagli strascichi che ha lasciato sulla psiche adolescenziale.
"È un fenomeno che tocca il Sud, proprio come il Nord, e le regioni più colpite sono Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna- spiega Luca Bernardo, direttore di Pediatria presso l'ospedale Fatebenefratelli di Milano- Le baby gang, formate da minori che fanno parte di gruppi criminali, stanno diventando sempre più numerose e minacciose".
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Il 6,5 per cento dichiara di far parte di una banda
Secondo i dati dell'Osservatorio nazionale sull'adolescenza, istituito presso il ministero per la Famiglia, il 6,5% dei minorenni fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, 3 ragazzi su 10 hanno partecipato a una rissa. Mentre in tante città , come Bologna, Napoli, Milano o Roma, la criminalità di gruppo che lega i giovanissimi è motivo di allarme. "Questi gruppi prendono talvolta come esempio i modelli delle bande sudamericane o, anche, quelli proposti dalle serie televisive- continua Bernardo- Hanno uno o più leader carismatici e spesso si accaniscono contro i coetanei o, comunque, contro chi percepiscono come vulnerabile.
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Spesso bevono molto e fanno uso di sostanze stupefacenti. Il loro intento è quello di amplificare, divulgandoli sui social, i loro gesti violenti. Quel mix di rabbia e disagio che spinge all'affiliazione al gruppo, attraverso il quale i ragazzi possono esprimere la loro rabbia, molto spesso si sviluppa in contesti familiari privi di mezzi e multiproblematici". Tuttavia il pediatra precisa che secondo il report del Servizio analisi criminale "si registra anche la presenza di gang i cui protagonisti appartengono a famiglie di rango sociale elevato; in tali casi, al contrario, l'ambiente 'non degradato' ma assolutamente 'agiato' li spinge a tenere comportamenti connotati da elevata prepotenza ed arroganza per sconfiggere la noia della routine giornaliera e del benessere ed attirare su di sé l'attenzione degli adulti, talvolta, genitori non molto presenti nel loro percorso di crescita". (Dire)