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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Lancio di tortellini alla Casina Vanvitelliana di Bacoli: multati sposi bolognesi

Il sindaco: "Spettacolo indecoroso, saranno multati con la sanzione massima che spediremo direttamente in Emilia Romagna"

"Buona vita ai civilissimi sposi bolognesi che, dopo aver celebrato il proprio matrimonio alla Casina Vanvitelliana, hanno lasciato questo spettacolo indecoroso". Così Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, in provincia di Napoli. 

"Come se il Real Casino Borbonico fosse il loro porcile" continua senza mezzi termini il primo cittadino" con tortellini lanciati sul basolato d’ingresso, e non raccolti" al posto del tradizionale riso "fatto ancora più grave se si considera che oggi (domenica 2 febbraio -ndr) con la prima “Domenica gratis al museo”, il Sito Monumentale del Fusaro è visitato da un fiume ininterrotto di turisti (alle 13:00, si è già superata quota 1000 ingressi)".

Poi l'annuncio: "Saranno multati, con la sanzione massima: che spediremo direttamente in Emilia Romagna. Ah, dimenticavo. Oltre al pagamento del verbale, attendiamo anche la bomboniera".

La "Casina Vanvitelliana"

Nel 1782 il re Ferdinando IV di Borbone diede mandato all’architetto Carlo Vanvitelli di costruire su di una preesistente isoletta, una casina per la caccia e la pesca.

Fu strutturata su due livelli con corpi sporgenti e terrazzati su entrambi i piani. Appena compiuto il Casino Reale, il pittore P. Hackert, amico del Vanvitelli, volle esaltare l’immagine nel quadro, e il pretesto fu fornito dalla rappresentazione della caccia reale (Ferdinando IV a caccia di folaghe nel lago Fusaro).

Nel 1799, la Real Casina fu “toccata” dai moti rivoluzionari che portarono alla nascita della sfortunata Repubblica Partenopea. A quel periodo, infatti, risale la scomparsa di importanti opere d’arte: 4 grandi dipinti raffiguranti le quattro stagioni di P. Hackert e tele in seta provenienti dal possedimento borbonico di San Leucio, costituenti parte del prezioso arredo interno.

La Real Casina ebbe ospiti illustri, tra i quali, oltre ovviamente ai principi ed ai sovrani di casa Borbone, anche monarchi stranieri in visita al Regno del Sud: il 15 maggio del 1819 fu la volta dell’imperatore d’Austria Francesco II e della regale consorte, accompagnati dall’arciduchessa Carolina, dal principe e dalla principessa di Sassonia e dal principe Metternich, ospiti a pranzo del vecchio re Ferdinando I. Un altro Ferdinando, secondo di numero, siederà a tavola con lo zar Nicola I e la zarina di Russia, Alexandra Fedorovna, il 24 marzo 1846. Mutata la dinastia, in queste sale si aggirerà  Vittorio Emanuele III di Savoia, seguito a breve da Luigi Einaudi, Presidente della Repubblica Italiana. E poi l'ambasciatore britannico Lord Hamilton, musicisti del calibro di Rossini, artisti come il prussiano Jacob Philipp Hackert, l’olandese Anton Sminck van Pitloo ed il napoletano Giacinto Gigante che immortalarono le atmosfere del lago e della Casina immersa nel magico contesto circostante, la marchesa de Sassenay, ospite a pranzo, del Conte si Siracusa, fratello del Re delle Due Sicilie. Il complesso poligonale del Fusaro, pur appartenendo all’estrema fase del barocco, può essere considerato il “canto del cigno” della produzione rococò. (fonte: PARCO VANVITELLIANO DEL FUSARO) 

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