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Cronaca

Balbuzie, disturbo accentuato da telelavoro e dad. L'esperta: "Non finire mai le frasi di chi si blocca"

La dottoressa Chiara Comastri spiega le sue ricerche e il suo metodo: "Quando si pensa alla balbuzie, spesso, si pensa a un problema di linguaggio, respirazione o ansia. Le ricerche ci aiutano a comprendere come, in realtà, sia un disturbo multifattoriale"

Re Giorgio di Inghilterra è il balbuziente più famoso della storia e abbiamo conosciuto e amato la sua storia anche grazie al racconto del suo rapporto con il logopedista Lionel Logue nel film "Il discorso del re". A dire il vero, ben prima di lui, c'era stato anche l'oratore greco Demostene, che riolse il problema con dei sassolini trovati in riva al mare. La balbuzie resta un disturbo molto più diffuso di quanto si pensi e in molti casi "condiziona le scelte e le vita delle persone che ne soffrono" come spiega la dottoressa Chiara Comastri, psicologa ed ex balbuziente, che ha elaborato un suo metodo (si chiama "Psicodizione) partendo proprio dalla sua esperienza personale e dalla sua specifica ricerca che, negli anni, l’ha portata a risolvere la balbuzie di cui soffriva dall’età di tre anni: "Dal 2004, lavoro insieme a un team composto da 35 persone per sviluppare e fornire strumenti per superare questo problema specifico, oltre ad altre difficoltà legate alla comunicazione. Abbiamo aiutato ad oggi 5.800 persone e abbiamo organizzato un corso anche a Bologna". 

Quando mediamente compare il disturbo della balbuzie? "Nella maggior parte dei casi fra i 2 anni e i 4 anni di età. Alcuni bambini hanno i primi segnali con la scolarizzazione ma ci sono anche casi in cui la balbuzie fa la sua comparsa nell'adolescenza o all'università, quindi anche in età adulta". 

Balbuzie: "Telelavoro e call a distanza: un ulteriore ostacolo"

"Con la fine dell’estate e il rientro dalle ferie, chi vive questo problema sa che presto dovrà affrontare di nuovo tutte quelle situazioni, al lavoro, a scuola o all’università, che tanto lo mettono sotto pressione creando molto spesso ansia e timore di esprimersi. La modalità del telelavoro e delle lezioni a distanza, che potrebbero non essere definitivamente superate, possono rappresentare un ulteriore scoglio da superare - spiega la dottoressa Comastri - Quando si pensa alla balbuzie, spesso, si pensa ad un problema di linguaggio, di respirazione o di ansia. Le ricerche ci aiutano a comprendere meglio come, in realtà, questo sia un disturbo multifattoriale il cui manifestarsi dipende dalla combinazione di fattori linguistici, psico-emotivi, ambientali, fisiologici e organici" spiega Comastri.

"Si potrebbe immaginare, inoltre, che la balbuzie sia la manifestazione di uno stato di emotività difficile da gestire, mentre il Manuale Diagnostico e Statistico DSM-5 specifica come l’ansia sia una conseguenza e non la causa della balbuzie. Accade, però, che indipendentemente dalla causa iniziale, il disturbo possa diventare per molti un problema relazionale e possano interviene così aspetti quali la paura del giudizio, la bassa autostima, il timore di esporsi e di essere deriso, ecc...".

"Molti fanno giri di parole per evitare quelle che sente bloccate"

"Le esperienze negative di disfluenza già sperimentate, infatti, provocano una reazione automatica quando si rivivono situazioni simili, tanto che la persona tende a manifestare balbuzie quando è in contesti ad elevata emotività. In alcuni casi la parola inceppata viene appena percepita dall’interlocutore, per cui il disordine rimane quasi celato. In altri casi, invece, il problema può arrivare perfino a impedire la maggior parte della comunicazione verbale. In ogni caso, comunque, la persona che ne soffre si sente costantemente limitata nella sua possibilità di esprimersi, spende una grande quantità di energia nel trovare sinonimi o fare giri di parole per evitare quelle che sente bloccate e, spesso, arriva a sviluppare delle errate considerazioni di sé che lo portano perfino ad allontanarsi dalla socialità".

E dunque a Bologna si sarà un'occasione di approfondimento sul tema? A chi è rivolto e come si svolgono le giornate che avete organizzato? Si tratta di un corso intensivo (dal 30 agosto al 5 settembre) che affronta tutte le problematiche legate a questo disturbo. L'obiettivo è quello di aiutare bambini, ragazzi e adulti che soffrono di balbuzie a riconquistarsi la libertà di comunicare. Il nostro approccio consente di immettere nella propria vita azioni ed atteggiamenti nuovi, grazie ai quali le persone scoprono di poter ottenere risultati considerati fino a quel momento inaspettati e che danno soddisfazione nel relazionarsi con l’altro. Il metodo permette alla persona di non sentire più la sensazione del blocco anticipatorio che si manifesta in mente ed insegna ad utilizzare l’ansia e l’emotività a proprio vantaggio, potenziando la buona comunicazione e l’autostima". 

Abbiamo chiesto all'esperta se la balbuzie si può superare e quali consigli può dare a chi si accorge che il proprio bambino ha degli 'inceppamenti'. E poi ancora (per curiosità e incoraggiamento) chi sono i 'grandi' e insospettabili che hanno fatto i conti con questo problema e che l'anno evidentemente superato brillantemente (dopo il grande Re Giorgio già citato): "Intanto certo, si supera. Io stessa ero balbuziente e lo stesso vale per altri miei insegnanti. Il suggerimento principale che do sta nel non far notare il difetto e continuare ad ascoltare chi parla senza finire le parole al posto suo o dire frasi del tipo 'stai tranquillo', 'respira piano', eccetera. Non bisogna far pesare il problema e anzi, bisogna concentrarsi solo sull'ascolto. Dobbiamo essere consapevole che la persona che si è bloccata sta già facendo il suo meglio per sbloccare la parola. Su personaggi famosi che sono stati balbuzienti, beh, ce ne sono moltissimi: dal presidente USA Biden (che ne ha anche parlato in rete e pubblicato dei video) al nostro Paolo Bonolis". 

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