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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Piazza dei Colori

Ira e aggressività, la storia di due bambini "difficili": "Adesso sono inseparabili"

Una storia che arriva da Piazza dei Colori, dall'associazione 'Angolo B': "È stato magico vedere quei monelli legare così in fretta: è bastato loro uno sguardo e l'intesa è stata immediata"

In algebra meno per meno fa più. E' questa la metafora più immediata che pare descrivere al meglio quello che è accaduto fra due bambini "difficili" che si sono incontrati grazie a un percorso condiviso, trasformando la loro "vivacità/aggressività" in qualcosa di bellissimo e colorato. I toni sono quelli dell'organizzazione no-profit "Angolo B", che dal 2010 si dedica a migliorare la qualità della vita dei bambini e delle famiglie che vivono in Piazza dei Colori a Bologna, nel quartiere San Donato. 

E' Annabella Losco, che sfogliando virtualmente l'album delle storie passate attraverso l'associazione alla quale dedica energia e tempo da sempre, a raccontare quella di  due bambini che hanno avuto un percorso simile e sono riusciti ad aiutarsi a vicenda nel risolvere i loro problemi di integrazione e di aggressività, allontanando per sempre la sensazione di sentirsi respinti. 

"Oggi ho riabbracciato H., 15 anni, dopo due mesi: ha trascorso l'estate al paese dei nonni ed è rientrato a Bologna l'altro ieri. Quando sono arrivata in associazione gli sono corsa incontro e gli ho annunciato che sarebbe uscito un articolo che parlava di lui. In tutta risposta si è abbandonato a una risata di gioia bellissima". I ragazzi di Piazza dei Colori la scorsa estate hanno partecipato al progetto "Estate Regaz", ideato e curato appunto, da angolo B. 

Dunque, è successo tutto questa estate? "Ho incontrato H. per la prima volta 6 anni fa, era uno scricciolo di 9 anni pieno d'energia, anche troppa forse...al punto che faticava enormemente a incanalarla in un modo che non fosse distruttivo. E non riusciva a integrarsi nel gruppo dei suoi coetanei, che si sentivano respinti dal suo modo di fare imprevedibile e travolgente (eufemismo per dire: era una vera furia! E relazionarsi con lui era davvero tosta)".

"Negli anni abbiamo lavorato per fare in modo che incanalasse la sua energia in modo costruttivo, arginando i suoi atteggiamenti violenti e aggressivi e accompagnandolo nella ricerca di una sua stabilità interiore che lo aiutasse a rapportarsi in modo più sereno ed equilibrato in famiglia e a scuola. Lentamente e con fatica, ma ci siamo riusciti. Specie perchè ci voleva una gran pazienza con lui, non sapeva gestire le regole e i limiti e nel sentirsi anche solo minimamente "costretto" diventava ancora più irascibile".

"Ho sempre saputo che aveva un cuore d'oro e una dolcezza nascosta e cercavo di spiegarlo anche agli altri bimbi dell'associazione che non sopportavano il fatto che non lo sgridassi mai anche quando ne combinava una delle sue. Il punto era che sgridarlo era inutile, ai rimproveri reagiva in maniera ancora più infiammata: urla, calci e pugni erano la sua reazione normale ai rimproveri e ai divieti. Ma a forza di coinvolgerlo, affiancarlo e ascoltarlo ha imparato a gestirsi meglio, al punto che oggi è un piccolo leader nel suo gruppo di amici e tanti che un tempo lo rifuggivano oggi sono tra i suoi amici più cari".

"Dopo un percorso scolastico difficile e diverse bocciature, quest'anno è riuscito finalmente ad essere ammesso all'esame di terza media. Come premio avrebbe voluto essere coinvolto come educatore per il campo estivo, ma non lo ritevo maturo a sufficienza per questo ruolo, e così ho declinato la sua candidatura".

"Solo che è successo l'inaspettato: al campo estivo è arrivato un bimbo di 8 anni che non era riuscito a inserirsi in nessun campo estivo perchè intrattabile e ingestibile, con scatti d'ira e aggressivitå fisica e verbale pesanti e a volte pericolosi. Dopo un paio di giorni abbiamo capito che A. necessitava di un educatore dedicato, che seguisse solo lui e lo affiancasse arginando i suoi scatti violenti facendolo giocare e distrarre. Ma non potevamo farcela da soli, non avevamo risorse a sufficienza per chiamare un altro educatore retribuito.

Allora ho chiamato H., che la mattina dopo aver dato l'orale di terza media, stremato dal caldo e in pieno digiuno di Ramadan, si è reso disponibile. È stato magico vedere quei monelli di 15 e 8 legare così in fretta: è bastato loro uno sguardo e l'intesa è stata immediata, e H. si è trasformato nel più affidabile degli educatori: calmo, paziente, disponibile, giochellone al tempo stesso severo e rigoroso. E A. è impazzito per lui e l'ha scelto come suo compagno prediletto di giochi: quanti pomeriggi insieme a rincorrere lucetole per tutta la struttura del dormitorio che ci ospitava! E la cosa magica è stata vedere la reazione dei genitori di A., che si sono complimentati con H. e glielo affidato con fiducia e stima, come fosse il più titolato degli educatori".

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