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Cronaca

Bambini dimenticati in auto, due papà inventano il dispositivo "segnala-bebè"

Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale: "Può capitare a chiunque: stress per sovraccarico di impegni, preoccupazioni, oppure la prolungata mancanza di sonno"

Capita molto più spesso di quanto si possa pensare che i genitori dimentichino in auto il loro bimbo: in alcuni casi che hanno sconvolto l'opinione pubblica (come quello del bambino di Piacenza, trovato senza vita nell'abitacolo dopo 9 ore) l'epilogo è tragico, ma sono tantissimi altri gli episodi che fortunatamente si risolvono solo con un grosso spavento. 

È di questi giorni la notizia della perizia che scagiona il padre di Luca, il bambino dimenticato in auto il 4 giugno 2013 e ritrovato morto dal papà Andrea Albanese, ancora legato al seggiolino della Citroen parcheggiata davanti all’ingresso dell’azienda presso cui l’uomo lavora, alla periferia di Piacenza. Corrado Cappa, psichiatra nominato dal giudice per le indagini preliminari scrive «al momento del fatto Andrea Albanese era completamente incapace d’intendere e di volere per il verificarsi di una transitoria amnesia dissociativa».

Ma che cos’è l’amnesia dissociativa? «È una lacuna retrospettiva nella memoria, un vero e proprio “buco” che si forma nei nostri ricordi - spiega Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano - Si tratta di una perdita completa delle nozioni del tempo e del ricordo, legata solitamente a eventi traumatici o a un forte stress».

DA BOLOGNA IL BREVETTO SALVA-BEBE'. La sensibilità sul tema è alta e la proposta di legge che renderebbe obbligatorio l’utilizzo di tali dispositivi è da poco arrivata al governo. Ma, in attesa che questa diventi legge, c’è chi ha pensato di fare qualcosa di davvero utile: due papà bolognesi hanno deciso di sfidare reticenze e tempi immettendo sul mercato il primo dispositivo “segnala-bebè”.Una sfida impegnativa, soprattutto perché è difficile che un genitore, autonomamente, accetti l’idea di poter dimenticare il proprio bimbo in auto”- spiegano Michele Servalli e Carlo Donati, i due papà-colleghi che sconvolti dalle notizie di cronaca hanno pensato, qualche mese fa, di brevettare e lanciare sul mercato Remmy, il primo dispositivo in Italia per la prevenzione e la sicurezza dei bambini in auto.

DATI ALLARMANTI, PUO' CAPITARE A CHIUNQUE. “Purtroppo però la cronaca ci restituisce dati allarmanti…e non si può rimanere con le mani in mano”- continua Michele Servalli. Sul loro sito è, infatti, possibile reperire una statistica dei casi di blackout documentati in Italia che non include i casi di bimbi portati al pronto soccorso in seguito ad eventi di ipertermia (non facilmente documentabili). I dati riportati sul sito di Remmy, trovano conferma nella spiegazione del Prof. Stefano DeFeo - Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale di Bologna: “Può capitare a chiunque: severi fattori di stress dovuti a sovraccarico di impegni, preoccupazioni di lavoro e familiari, oppure la prolungata mancanza di sonno, possono facilitarne l’insorgere in soggetti predisposti. I fatti di cronaca dimostrano, però, che il black out può verificarsi anche in situazioni di apparente tranquillità e senza un reale preavviso.”

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