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Dichiara redditi da indigente, ma gira in Porsche: 32enne nei guai

La Polizia e la Guardia di Finanza mettono i sigilli a un'auto di lusso. All'uomo applicata la sorveglianza speciale, in virtù dei suoi precedenti come 'bancomattaro'

Era stato già arrestato perché ritenuto membro di una banda di 'bancomattari', ma ora per lui sono arrivate anche le attenzioni della Guardia di Finanza, ed è finito nuovamente nei guai.

Ieri, gli uomini della Questura di Bologna e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno applicato, su disposizione del locale Tribunale, la misura di prevenzione personale della “Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza” ad un bolognese di 32 anni, ed eseguito il sequestro con confisca di una moto di grossa cilindrata, una Porsche Carrera del valore di circa 50.000 euro.

Il soggetto, sulla base delle indagini condotte dalla Polizia è stato giudicato persona attualmente socialmente pericolosa per la sicurezza pubblica, in quanto dedita alla commissione di reati, specialmente contro i bancomat per mezzo di esplosivi. Lo stesso, infatti, era stato tratto in arresto nel mese di agosto del 2016, unitamente ad altri complici, in quanto ritenuto responsabile di una serie di assalti a sportelli bancomat nelle province di Bologna, Roma e Milano.

Inoltre, grazie alle indagini patrimoniali svolte parallelamente dagli specialisti del Gico delle Fiamme Gialle, è stato possibile riscontrare che il 32enne avrebbe svolto "in maniera abituale e professionale un’attività di compravendita di autovetture esercitando di fatto un'impresa commerciale, attività economica che è stata svolta in nero e che ha fruttato - formalmente - appena 11.000 euro, ovvero poco più di mille euro annui, somma ritenuta dallo stesso Tribunale insufficiente anche alla mera sussistenza”.

Per questi motivi, in applicazione del Codice Antimafia, per l'uomo è stata disposta sia la “Sorveglianza speciale di P.S.” per la durata di 1 anno, che la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro, e della conseguente confisca, dei citati beni mobili registrati, risultati di valore sproporzionato rispetto alle disponibilità dichiarate dallo stesso e dai membri del suo nucleo familiare.

Questi beni, il cui valore va ad aggiungersi a quello di quelli già sottoposti a vincolo nei confronti di un altro componente della medesima “batteria” di rapinatori, per un importo complessivo pari a circa 600.000 euro, verranno gestiti dall’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati che ne curerà la destinazione e il riutilizzo sociale.

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