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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Accoltellamento via Zamboni: la chiusura del 'Bar Doc' diventa una barzelletta

"Un extracomunitario entra in un bar e accoltella un altro extracomunitario", così inizia ciò che una barzelletta non è. Bar Doc: 'Chiusura senza interpellarci, mi sono presentato all'ufficio denunce per integrare la mia dichiarazione ma mi è stato detto che non serviva'

"Un extracomunitario entra in un bar e accoltella un altro extracomunitario, il barista chiama i soccorsi nel frattempo l'accoltellatore scappa. L'accoltellatore viene preso, grazie alle immagini delle telecamere fornite dal barista, e subito rilasciato in attesa di processo; il bar viene chiuso per 10 giorni". Così il Comitato "no all'ordinanza Merola" ricostruisce il fatti del Bar Doc di via Zamboni, chiuso dal questore qualche giorno fa. Il provvedimento segue all’accoltellamento di un egiziano di 37 anni nella notte tra l’11 ed il 12 febbraio scorso, nel corso di una lite con altre tre persone: l'uomo era stato ferito alla tempia e poi al fianco. 

"Il nostro locale è unanimamente riconosciuto un locale di eccellenza a Bologna e, nonostante il contesto in cui si trova ad operare, si è sempre contraddistinto (come più volte riconosciutoci anche dalle stesse forze dell'ordine) per essere in controtendenza rispetto alla media dei locali circostanti sia per l'alto livello e qualità dell'offerta proposta che per tipologia della clientela" ha chiarito la gestione del bar Doc in una nota su Facebook "la nostra offerta è mirata ad un prodotto di eccellenza (in tal senso abbiamo scelto il nome "DOC") e di conseguenza, sia per l'immagine offerta dal locale che per i prezzi (nettamente superiori alla media dei locali circostanti in virtù della superiore qualità dell'offerta) abbiamo una clientela tale per cui, nonostante il contesto in cui ci troviamo ad operare, non si è mai dovuto ricorrere ad addetti alla sicurezza per garantire la pacifica attività del locale. Inoltre ci siamo dotati di un accurato sistema di videosorveglianza che abbiamo sempre messo a disposizione delle autorità qualora (come in quest'ultimo caso) ne avessero avuto bisogno". 

Lamentano "leggerezza e tempestività" del provvedimento "senza avere avuto prima cura di interpellarci in merito ai fatti accaduti" ovvero "in tal senso non può certo essere certo ritenuta esaustiva la breve dichiarazione da me rilasciata al momento dell'accadimento dei fatti, prima che io potessi aver visionato le telecamere e chiesto delucidazioni alle persone presenti. In tal senso mi sono presentato all'ufficio denunce in questura (domenica dopo la chiusura del locale) per integrare la mia dichiarazione rilasciata a caldo ma mi è stato detto, dal personale in servizio della questura, che non serviva ai fini dello sviluppo delle indagini". 

ORDINANZA PRO-DEGRADO. Il questore, avrebbe ordinato la chiusura per "non aver dimostrato il gestore, colpevolmente, di avere la situazione sotto controllo e, inoltre, di non avere prontamente allertato le forze dell'ordine" ma obiettano "essendo il fatto avvenuto a ridosso dell'orario di chiusura impostoci dalla famigerata ordinanza contro il degrado (ma in realtà rivelatasi, come da noi ampiamente previsto, PRO degrado), eravamo impegnati nelle operazioni di chiusura del locale e quindi non potevamo essere sembar doc merola-2pre dietro al banco; inoltre la situazione era stata fino a quel momento tranquilla, le persone presenti erano quasi tutte conosciute e nulla lasciava presagire una tale escalation: a dimostrazione di ciò c'è il fatto che nessuno dei presenti, personale o clienti, si è accorto dell'accaduto: ciò sia per l'assenza del trambusto che si verifica normalmente in questi casi (ovviamente nel locale c'era musica e quindi non si sentono voci e rumori "normali"), sia per la rapidità con la quale si sono verificati i fatti. Per ciò che riguarda la seconda obiezione è facile contestare che ci si è dimenticati di avere a che fare con professionisti di esperienza pluridecennale ben consapevoli del fatto che avendo immediatamente allertato il 118 segnalando un ferito per accoltellamento sarebbe scattata anche la contemporanea segnalazione alle forze dell'ordine (e gli operatori del 118 sanno sicuramente meglio di noi esercenti quale sia il pronto intervento competente in quel momento). Queste procedure sono basilari per chi fa il nostro lavoro e ci vengono continuamente ricordate nei corsi di aggiornamento che noi e il nostro personale siamo tenuti a seguire". 

Così come per il Consorzio Enjoy Bologna, anche per il Bar Doc l'ordinanza "ha portato ad un drastico peggioramento (peraltro ampiamente previsto e segnalato dalla nostra associazione all'indomani dell'emissione dell'ordinanza stessa) del degrado e della delinquenza nella zona. Quello che è certo è che prima dell'ordinanza un fatto del genere non è mai successo. Ma la cosa più inconcepibile è come si possa colpire così duramente una attività di eccellenza, senza contare il danno provocato alle famiglie degli esercenti, dei dipendenti e dei fornitori, oltre al danno di immagine alla zona oltre che al locale". Per rendere più chiaro il concetto, il Comitato ha dedicato un 'Je suis...' al locale chiuso: "Siamo tutti Bar Doc, cioè non proprio tutti..."

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