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Cronaca

Il Duce sulle bustine di zucchero, il sindaco: 'Su queste cose non si scherza'

L'azienda Felicori Zecchini ha ritirato il marchio. Il sindaco Lelli è andato a verificare di persona

Il rapporto è cessato "con decorrenza immediata". Lo rende noto la Filicori Zecchini, dopo che sul bancone del Bar Nerini, sugli Stradelli Guelfi, qualcuno ha notato e raccontato le bustine di zucchero con le immagini e le frasi del Duce e altre effigi inneggianti a Benito Mussolini, 

La storica azienda bolognese sottolinea che tale iniziativa sia stata "del tutto autonoma e personale del titolare dell’esercizio commerciale, ampiamente ripresa da agenzie, media locali e nazionali, associa infatti il centenario marchio del caffè bolognese a messaggi del tutto estranei a storia e attività dell’azienda" e inoltre "configura, evidente mancanza di rispetto di spirito e contenuto degli accordi commerciali fino a oggi intercorsi con il bar". In breve tempo quindi, gli incaricati di Filicori Zecchini rimuoveranno insegne, loghi e materiali di comunicazione". 

Poco più di un anno fa il Comune di Bologna ha emesso un'ordinanza che vieta di esporre e mettere in vendita articoli che si rifanno al ventennio mussoliniano.

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La posizione del sindaco di Ozzano

"Prima di parlare ho voluto verificare un paio di cose e passare personalmente al bar" ha scritto in una nota il sindaco di Ozzano Luca lelli "mi sono fermato a parlare con i titolari e con qualche cliente. I ‘cimeli’ (che sono comunque purtroppo in libera vendita) non c’erano più. Le bustine sarebbero state comprate (in una piccola quantità, non è stata fatta fare una fornitura personalizzata insomma) un po’ di tempo fa e ogni tanto mescolate a quelle ‘normali’ (io non frequento abitualmente quel bar ma mesi fa quando ci sono passato l’ultima volta non me ne ero accorto e me ne sarei accorto) per una “goliardata”, ma "su queste cose non è bene ‘scherzare’ perché purtroppo non c’è nulla da ridere; che il nostro comune ha recentemente ricevuto un riconoscimento al valore militare per i fatti avvenuti e gli atti di vero eroismo compiuti dai partigiani e dai cittadini durante il periodo della Resistenza e precedente la liberazione (ma se anche non lo avessimo ricevuto il discorso non cambierebbe di una virgola)". A Lelli i titolari "sono sembrati davvero dispiaciuti. Credo che l’attenzione che si è creata sia anche un bel segnale in un mondo dove si ha l’impressione che sempre più spesso si possa dire e fare ciò che si vuole e non è così. Credo che sia giusto che ognuno paghi per le proprie azioni e la decisione dell’azienda fornitrice del caffè di non fornire più il bar sia già una prima conseguenza grave, chi ha avuto un bar o ha vissuto in questo mondo sa quanto sia importante il legame con l’azienda del caffè", tuttavia il primo cittadino sottolinea: "non vorrei però è che ce la cavassimo tutti con un ostracismo nei confronti di un bar condannandolo sommariamente quasi a voler dire che se chiude il bar abbiamo risolto il problema che invece è molto più profondo. L’errore c’è stato ma mi piacerebbe che si riconoscesse anche il valore di chi ha un ruolo importante come quello di avere un’attività commerciale, in particolare oggi e in una frazione. Dietro ad ogni attività c’è (almeno) una famiglia, delle persone, dei fornitori, (spesso) dei debiti. Mi piacerebbe insomma che piuttosto di evitarlo sempre più persone si fermassero, vivessero e frequentassero il bar facendoci consumazioni e chiacchiere, discutendo anche perché no da posizioni diverse" e conclude "condanno invece fermamente alcune affermazioni che sono uscite nelle inevitabili discussioni ‘social’ che ne sono seguite. Alcune affermazioni molto gravi e lesive della memoria anche di persone che tanto hanno dato e fatto per il nostro territorio e per noi sono del tutto deprecabili e offendono me, noi, la comunità e la memoria di chi si è battuto anche perché oggi tutti (ma proprio tutti) avessero la possibilità di esprimersi liberamente".

Lo sdegno di Anpi

"Abbiamo appreso con sorpresa e sconcerto che nel bar sugli Stradelli Guelfi, a Ponte Rizzoli, sono state esposte bustine di zucchero e gadget con il volto e le frasi tristemente celebri del dittatore Mussolini; un fatto che il gestore del locale avrebbe classificato come goliardata”, scrive l'Associazione Nazionale Partigiani - Anpi - in una nota "siamo poi rimasti interdetti ed indignati nell’apprendere che nel dibattito sui social che ne è seguito, qualcuno si sarebbe permesso di offendere la memoria del partigiano Tonino Pirini, indimenticato sindaco di Ozzano e presidente storico della nostra associazione, scomparso tre anni orsono" continua "a tutti questi signori ci permettiamo di ricordare che se possono vivere in un paese libero e democratico lo devono anche al sacrificio di quanti, come Tonino Pirini" oltre a a studiare la storia" e a ricordare che "la nostra Costituzione repubblicana vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e che la relativa legge di attuazione (645/’52) chiarisce, tra l’altro, che si ha tale ricostituzione quando viene denigrata la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o quando vengono esaltati esponenti, principi, fatti e metodi propri del partito fascista".

Anpi fa sapere di voler procedere con la segnalazione del caso alle forze dell’ordine: "Intensificheremo il nostro impegno, a fianco di tutti i democratici, affinchè razzismo e neofascismo non abbiano più cittadinanza nel nostro paese. Ci auguriamo, infine, che venga attuata quanto prima la recente risoluzione del Parlamento europeo che chiede a tutti i Governi di mettere al bando le organizzazioni che si richiamano al fascismo e al nazismo", conclude. 

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