Batterio killer: già 6 vittime a Bologna. Landini: “Misure urgenti”
Gli studi dei microbiologi del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, coordinati dalla professoressa Maria Paola Landini, annunciano che il virus indiano si è propagato attraverso gli ospedali della città
Già sei casi di contagio a Bologna con interventi di contenimento in opera da agosto di quest’ anno sulla base di severe linee guida regionali: intervista alla Professoressa Maria Paola Landini, Direttore Unità Operativa di Microbiologia Policlinico Sant’Orsola. E’ allarme batterio killer: partito dall’India è arrivato in Europa e ora a Bologna.
I sei casi di Bologna si differenziano da tutti gli altri?
Si perché sono causati da batteri gram-negativi, formatisi e diffusisi in Asia, che hanno un meccanismo di resistenza nuovo. In Europa fino ad ora i casi segnalati sono pochi e quasi tutti da collegare direttamente o indirettamente a permanenze in India. Dei sei casi Bolognesi, invece, solo uno aveva avuto contati con l’India. Il fatto che altri 5 pazienti in diverse strutture sanitarie avessero la stessa infezione indica che questi batteri hanno iniziato a diffondersi anche da noi.
Ci sono pazienti a maggior rischio?
I lungodegenti e coloro che hanno patologie di base complesse e debilitanti.
Possono essere curati?
Un paio di antibiotici possono essere utilizzati, ma entrambi hanno dei limiti. E poi si stanno ritirando fuori dal cassetto antibiotici di primissima generazione, il cui uso è stato soppiantato da quelli più nuovi.
Perché proprio nella nostra città?
Chi cerca trova. E non si tratta di una diagnosi microbiologica di rutine. Si tratta di ricerca scientifica perché il meccanismo di resistenza lo si identifica con mezzi molecolari abbastanza sofisticati.
I cittadini cosa possono fare?
Osservare scrupolosamente le regole che gli operatori forniscono circa le misure igienico-sanitarie da adottare quando si vanno a trovare malati ricoverati o assistiti in strutture territoriali. Le stesse regole devono essere seguite dai pazienti nel periodo del ricovero e dopo le dimissioni. L’agenzia sanitaria regionale ha già da tempo fornito delle linee guida molto rigide atte a contenere queste infezioni.
Sta aumentando la resistenza dei batteri agli antibiotici?
E’ proprio così. A causa di un errato ed eccessivo utilizzo degli antibiotici da oltre vent’ anni si osserva, ovunque nel mondo, una sempre maggior diffusione di batteri resistenti a diverse classi di antibiotici.
E come avviene?
I batteri sono vivi e mutano spontaneamente e costantemente. In presenza di un antibiotico, la maggior parte dei batteri muore. Alcuni mutanti possono resistere, continuando a crescere e a diffondersi. Gli antibiotici attuano quella che noi chiamiamo pressione di selezione, cioè selezionano i resistenti, facendo morire i sensibili.
Ci saranno nuovi antibiotici o no?
Negli ultimi vent’ anni i massimi sforzi dell’industria farmaceutica sono stati indirizzati verso la sintesi di antibiotici attivi contro una sola delle due grandi categorie di batteri, cioè quelli chiamati Gram-positivi. Ecco perché ci troviamo ora ad avere batteri gram-negativi molto resistenti e pochi mezzi a disposizione per fermarli.