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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Marzabotto

Tre nuovi "Beati" per la Chiesa di Bologna

Sono don Ubaldo Marchioni, don Ferdinando Casagrande e don Giovanni Fornasini: tutti e tre assassinati dai nazisti nell'eccidio di Montesole. Ieri cerimonia a San Pietro. Draghetti: "Uomini di grande valore, non solo religioso"

La chiesa di Bologna avrà presto 3 nuovi beati. Si tratta di don Ubaldo Marchioni, don Ferdinando Casagrande e don Giovanni Fornasini: erano tutti e tre giovanissimi quando vennero uccisi dai soldati nazisti nella strage di Montesole nell'autunno 1944 (rispettivamente il 29 settembre, 9 ottobre e 13 ottobre), insieme agli abitanti delle comunità dove erano stati inviati come parroci.

La causa per la beatificazione fu avviata nel 1998 dal cardinale Giacomo Pizzi. Ieri si è chiusa la fase  diocesana, con la cerimonia nella Cattedrale di San Pietro, presieduta dal Cardinale Arcivescovo Carlo Caffarra. La pratica ora passerà in Vaticano, dove sarà affidata al dicastero per la causa dei santi.

Alla cerimonia di ieri presente anche BeatriceDraghetti, presidente della Provincia, che ha dichiarato: “E’ davvero molto importante che la Chiesa di Bologna abbia annunciato il compimento della fase diocesana del processo di beatificazioneper Don Giovanni Fornasini, Don Ubaldo Marchioni e Don Ferdinando Casagrande assassinati dai nazisti nell’eccidio di Monte Sole nell’autunno1944. Quel processo di beatificazione si è avviato quando ero Sindaco di Marzabotto e, in quel momento, ebbi occasione di sottolineare il grande valore non solo religioso, ma anche civile di questo riconoscimento a sacedorti che hanno speso la vita per le loro comunità, servendole e amandole fino alsacrificio supremo della vita."

CHI ERANO. La Chiesa di Bologna li ricorsa così: "L’odio della guerra che ha sconvolto i nostri monti nell’autunno del ‘44 li ha strappati dalla terra perché li ha trovati tra il gregge che il Vescovo aveva loro affidato. Il loro ministero sacerdotale è stato breve (don Ferdinando era stato ordinato prete nel 1938, don Giovanni e don Ubaldo nel 1942), ma intensissimo, perché la situazione in cui si sono venuti a trovare ha chiesto loro un grande impegno nel portare quella speranza e carità che solo Dio può dare. 
Possiamo dire che essi hanno speso la maggior parte della loro vita preparandosi in Seminario a donare la vita. Per tutti e tre un cammino lungo di 11, 12 e 13 anni, che li ha resi pronti a morire insieme al gregge, così come ha preparato i loro compagni a lavorare con fatica e amore per la ricostruzione morale e spirituale di comunità divise e lacerate dal dolore."

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