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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Navile / Piazza Liber Paradisus

Benedizioni pasquali negli uffici del Comune: "Malcostume che trasforma le istituzioni in luoghi di preghiera"

Così l'affondo dell'Uaar che accusa la dirigenza comunale di autorizzare "forme collettive di assenteismo". E parla di "violazione della privacy di chi, essendo in ufficio, si trovano nella condizione di prendere posizione di fronte a un atto di culto invasivo e disposto dai propri superiori"

Dopo le polemiche sulle benedizioni pasquali a scuola, l'argomento torna a creare mal di pancia. Casus belli questa volta è il rito negli uffici del Comune di Bologna. Nelle torri di piazza Liber Paradisus, infatti, dal 14 al 16 marzo sono in calendario le benedizioni per i dipendenti comunali.

La denuncia arriva dall'Uaar (unione atei e agnostici razionalisti), che racconta come dopo che Don Isidoro ha scritto alla dirigenza del Comune di voler passare a compiere il rito religioso ufficio per ufficio, "la dirigenza, al posto di far notare al parroco che si tratta di uffici pubblici, che è orario di lavoro e che sarebbe al più il caso di contattare il CDCB per organizzare un’attività extralavorativa, rende ufficiale il calendario delle benedizioni, stabilito dal sacerdote, e comunica ai capi area di attivarsi: la direttiva è quella di coinvolgere i propri collaboratori affinchè accompagnino il Parroco ognuno per il piano di rispettiva competenza”.  

Per l'Uaar così si rinnova "una forma di malcostume, che denunciamo dal 2009 e che trasforma le istituzioni in luoghi di preghiera, impegna dirigenti e capi area retribuiti dai contribuenti nella promozione del culto cattolico, causa l’interruzione del lavoro dei pubblici uffici e autorizza forme collettive di assenteismo benedetto”. Senza contare la "violazione della privacy di coloro che, essendo in ufficio in forza di un contratto di lavoro, si trovano nella condizione di prendere posizione di fronte a un atto di culto invasivo e disposto dai propri superiori".

Il Circolo Uaar di Bologna si dice dunque pronto a intervenire in difesa della laicità delle istituzioni e per garantire il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori atei e agnostici, augurandosi che "l’amministrazione comunale riacquisisca il senso dello stato".

I dipendenti comunali gettano acqua sul fuoco. Alcuni impiegati, interpellati sul tema, riferiscono che il rito delle benedizioni è ormai una tradizione. "Ci è arrivata la comunicazione delle benedizioni esattamente come accade da almeno tre anni - spiega un dipendente del Comune - In pratica nell'arco delle due ore nelle quali il sacerdote è nella saletta messa a disposizione, a turno chi vuole (a chiamata piano per piano) va a ricevere la benedizione, che dura (come quella nelle case) giusto il tempo di una preghierina. Non ho sentito voci contrastanti a proposito e il mio parere è che chi vuol togliere tempo al lavoro lo può fare in altri cento modi".

Intanto l'amministrazione comunale interviene precisando: "In merito alle benedizioni pasquali nei palazzi comunali si precisa che nessun dipendente comunale dovrà accompagnare alcun sacerdote lungo i corridoi o sarà costretto ad abbandonare il proprio posto di lavoro. Come da prassi consolidata, all'interno dei palazzi comunali saranno predisposti spazi per il rito religioso, a cui i dipendenti potranno liberamente partecipare. Ai sacerdoti sarà permesso l'accesso alle residenze comunali e saranno indicati i luoghi per la benedizione".

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