Benedizioni a scuola, l'insegnante: "Questa non è una battaglia religiosa"
Il punto di vista di un'insegnante soddisfatta per la decisione del Tar e l'assessore alla scuola Pillati che, interrogata in consiglio comunale, afferma: "Non ha vinto la scuola"
Monica Fontanelli, insegnante di italiano e "maestra tuttologa" (come volle la Gelmini ndr) alla scuola elementare Giosuè Carducci è stata una delle promotrici del ricorso al Tar sulle benedizioni pasquali a scuola, questione che nelle ultime ore ha sollevato diverse reazioni: "Ovviamente sono molto soddisfatta di questa sentenza. Un anno fa i parroci delle scuole Carducci, Fortuzzi e Rolandino inviavano una lettera al Consiglio d’Istituto in cui si chiedeva di avere accesso ai locali scolastici per poter impartire la benedizione pasquale agli alunni, ai genitori e al personale scolastico - scrive l'insegnante subito dopo la divulgazione della notizia - L’acceso dibattito in Consiglio d’Istituto e la decisione di insegnanti e genitori di ricorrere al TAR contro la delibera del Consiglio che autorizzava la “benedizione” aveva portato la questione della laicità della Scuola oltre i confini del Paese, interessando il New York Times e il quotidiano spagnolo El Pais".
"Oggi questa sentenza riafferma con determinazione il principio costituzionale che la Scuola è laica e non confessionale, luogo di cultura e di pensiero, di conoscenza e formazione etica degli studenti. La scuola unisce in valori comuni, che vanno al di là dell’adesione ad una qualsiasi religione, è luogo di incontro e non di divisione. La sentenza del Tar dell’Emilia Romagna assume una rilevanza nazionale: da oggi nessuno potrà fingere di non sapere, la laicità della Scuola è un valore di civiltà e non può essere calpestato".
Sulla stampa sono usciti moltissimi articoli e l'opinione pubblica continua a esprimere il proprio punto di vista, così come sta facendo anche la politica. Ha già avuto modo di incontrare i genitori dei bambini dopo questa 'tempesta'? Cosa le hanno detto?
Sì, certo. Ieri fra l'altro c'era la consegna delle schede a scuola. In generale mi è stata espressa soddisfazione per il risultato raggiunto, quindi commenti solo positivi.
Quali sono state invece le reazione meno amichevoli?
Non posso non criticare aspramente chi ha detto: 'E allora le benedizioni le facciamo per strada' perchè sono affermazioni di una certa gravità. La scuola è una comunità educante e questa non è certo una battaglia religiosa, visto poi che molti di coloro che la pensano come me sono cattolici praticanti.
E le reazioni della politica? Del Partito Democratico?
Le reazioni della politica sono di una banalità sconcertante e quello che è certo è che si debbano abbassare i toni. Per quanto riguarda il PD, beh, dopo aver tradito la scuola con la legge 107 continua evidentemente a rinnegare la sua storia.
Il fatto che le benedizioni sarebbero avvenute in orario extrascolastico e che i bambini dovessero essere accompagnati fa pensare a molti che si potessero anche accettare senza troppe storie...
Una scuola laica è una scuola che separa lo stato dalla chiesa, è una comunità educante. A scuola si insegna il pensiero critico e non il dogmatismo. Nel momento in cui al suo interno oganizzo un rito religioso di qualsiasi religione è evidente che si mette in pubblico una visione religiosa. Se la maestra partecipa è cattolica, se non partecipa non è cattolica...ma così non va.
L'ASSESSORE ALLA SCUOLA: "GIA' AFFRONTATA LA QUESTIONE". L'assessore alla Scuola Marilena Pillati è stata interrogata sull'argomento durante il question time. E' stato Lorenzo Tomassini (Uniti si Vince) a chiedere che venisse resa nota la posizione del sindaco Virginio Merola sulla questione delle benedizioni pasquali: "Voglio ricordare, come ho già avuto modo di fare in altre occasioni, che le Istituzioni scolastiche, pur facendo parte del sistema scolastico nazionale, hanno una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa, che esercitano nel rispetto delle norme generali sull'istruzione emanate dallo Stato".
"Ogni Istituzione scolastica ha un proprio Piano dell'Offerta Formativa (POF), che rappresenta il piano di azione educativa e di istruzione della scuola e ne è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale. In questo quadro normativo è, pertanto, di competenza del Consiglio d'Istituto elaborare e adottare gli indirizzi generali, deliberare l'organizzazione e la programmazione dell' attività scolastiche, ma anche di quelle extrascolastiche, nel rispetto della libertà di scelta educativa delle famiglie e, comunque, riconoscendo e valorizzando le diversità e le potenzialità di ciascun alunno. Sotto il profilo normativo, una Circolare Ministeriale del 13 febbraio 1992 si è espressa sul tema e molte scuole vi fanno riferimento: questa circolare attribuisce al Consiglio d'Istituto la possibilità di deliberare tra le attività extrascolastiche anche quelle che riguardano riti e cerimonie religiose, quali la messa di inizio anno scolastico e le benedizioni pasquali. La Circolare, infatti, chiarisce come, cito testualmente: 'il consiglio di circolo o di istituto, avvalendosi delle attribuzioni riconosciutegli dall’art. 5 del D.P.R. 31 maggio 1974 n. 416, possa deliberare, con l’osservanza delle disposizioni ivi stabilite, di far rientrare la partecipazione a riti e cerimonie religiose tra le manifestazioni o attività extrascolastiche previste dalla lettera d) di tale articolo'. Evidenzia, però, che la partecipazione degli alunni e dei docenti a tali iniziative dovrà essere libera. Ed è esattamente quello che mi risulta abbia fatto il Consiglio dell'Istituto Comprensivo 20. Il tema, come è evidente a tutti, è controverso e in diverse occasioni le delibere adottate seguendo la circolare ministeriale sono state impugnate".
Una sentenza del Tar dell'Emilia-Romagna del 1993 si é già espressa annullando una delibera di un Consiglio di Istituto senza incidere sulla circolare, che al contrario è stata implicitamente confermata da due ordinanze del Consiglio di Stato dello stesso anno. Oggi siamo di nuovo di fronte a una sentenza del TAR dell'Emilia-Romagna che annulla la deliberazione di un Consiglio d'Istituto. Ma se ne potrebbero citare altre che negli anni si sono espresse in senso contrario. Mi pare, dunque, evidente come la questione di cui stiamo discutendo sia davvero estremamente delicata e complessa e non credo possa essere affrontata unicamente attraverso le sentenze dei tribunali, il cui rispetto - continua la Pillati - non è ovviamente in discussione".
HO HA VINTO LA SCUOLA. "In questa vicenda qualcuno ha vinto un ricorso ed esulta, ma credo non abbia certamente vinto la scuola, quella scuola pubblica e laica che deve educare al dialogo, al rispetto delle differenze e non ad escludere. Sono certa che la comunità scolastica coinvolta sarà comunque in grado di affrontare la situazione con il giusto equilibrio, ribadendo quei principi di rispetto, dialogo e apertura ai differenti orientamenti culturali e religiosi che la caratterizzano".