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Cronaca

Classifica benessere: Città metropolitana sopra la media nazionale, male il verde urbano

Non solo aspetti di carattere economico, ma per valutare il progresso di una società si tengono conto anche dei fattori di benessere: aspettativa di vita, occupazione, ambiente, reddito

Non solo aspetti di carattere economico, ma per valutare il progresso di una società si tengono in conto anche le dimensioni del benessere. Il progetto “Benessere equo e sostenibile”, nato per le realtà provinciali nel 2013, ha raggiunto nell’edizione 2021 la partecipazione di 25 Province e 7 Città metropolitane.
Il progetto analizza una serie di aspetti utili per descrivere e comprendere le caratteristiche e l’evoluzione  del progresso sociale delle comunità locali.
Dai diversi indicatori presentati per le 11 dimensioni del benessere, la Città metropolitana di Bologna evidenzia un posizionamento complessivamente positivo nel confronto con la realtà nazionale, con dieci dimensioni su undici sopra, o ampiamente sopra, la media nazionale e nove su undici dimensioni migliori rispetto al dato medio regionale.

Aspettativa di vita

Buoni gli indicatori sulla speranza di vita e sui tassi standardizzati di mortalità.
Secondo dati riferiti al 2020, un maschio che nasce nel bolognese ha un’aspettativa di vita media pari a 81 anni, oltre un anno in più rispetto alla media italiana; anche le femmine hanno un’aspettativa media più elevata, 85,3 anni contro gli 84,4 nazionali.

Istruzione

Elevati tassi di laureati, migliori punteggi medi alfabetici e numerici e la formazione continua. Il raffronto è decisamente positivo rispetto al dato nazionale sia per la percentuale di persone tra i 25 ed i 64 anni che hanno almeno il diploma, pari al 76,8% (13,9 punti in più del dato nazionale), sia per la percentuale dei laureati tra i 25-39 anni, che con il 41,8%, supera il dato medio nazionale di 13,5 punti. Entrambi gli indicatori sono positivi anche rispetto al dato regionale. Bene anche l’indicatore che individua la percentuale di laureati nella classe di età più ristretta 30-39 anni, che con il 39,7% distanzia ampiamente i valori nazionale e regionale.
Positivo anche il dato riferito ai NEET, i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e che non frequentano corsi formali d’istruzione o di formazione: nel nostro territorio sono il 15%, contro il dato nazionale del 23,3%, e regionale del 15,9%.

Occupazione

Nonostante i dati siano prevalentemente riferiti all’anno 2020, condizionato fortemente dalla pandemia, la situazione occupazionale dell’area bolognese risulta "confortante" sia nel confronto territoriale che regionale e rispetto soprattutto ai dati nazionali. Nel 2020 la città ha visto una riduzione delle forze lavoro con un loro spostamento tra gli inattivi, persone che rinunciano a cercare lavoro perché scoraggiati. 

La mancata partecipazione al lavoro è pari all’8,7%, stabile rispetto al 2019 e inferiore al livello regionale e nazionale, dove il valore è addirittura pari al 19%. Il medesimo tasso riferito ai 15-24enni è ben diverso, essendo pari al 36,8%, in posizione intermedia tra il dato regionale e quello italiano. Positiva la performance per quanto riguarda il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni che diminuisce di un paio di punti rispetto al 2019, ma con il 76,6%, supera Emilia-Romagna e Italia. Discorso positivo rispetto al contesto nazionale anche per il tasso di occupazione giovanile, sebbene il suo valore sia molto inferiore a quello della classe di età più vasta e si fermi al 35,8%, comunque 6 punti al di sopra del valore italiano.
Con riferimento alla disoccupazione, sempre nel 2020, il tasso è stabile rispetto al 2019 per la classe di età 15-74 anni, contenuto al 4,4% (in Italia si tocca il 9,2%), ma per i giovani tra i 15 e i 29 anni è pari al 15,6%, in aumento di circa 3,5 punti percentuali rispetto al precedente anno. Anche tra i giovani, il tasso italiano è ben peggiore e pari al 22,1%.

Reddito

Il reddito disponibile delle famiglie conferma nella città metropolitana di Bologna una situazione positiva, con indicatori al di sopra della media sia regionale che nazionale. Il reddito, purtroppo disponibile solo con dati al 2017, si attesta sui 25.740 euro, superando di oltre 3.000 euro il pur positivo dato regionale e di oltre 7.000 euro la media italiana. Positivi gli importi delle pensioni ed il loro modesto numero tra quelle di basso importo.
Anche per quanto riguarda il reddito da retribuzione, rilevato al 2019 nell’area bolognese la retribuzione media è pari a 25.911 euro all’anno, mentre in regione a 23.757 euro, per scendere ulteriormente a 21.965 euro per il territorio italiano.

Anche l’importo medio annuo delle pensioni è migliore nell’ambito metropolitano rispetto a quello regionale e nazionale e, con un valore pari a euro 14.390, supera di circa 2.400 euro l’importo medio nazionale; lo stesso vale per la percentuale delle pensioni di basso importo, pari al 19% rispetto al 23,1% di quelle italiane.

Ancora evidenti le differenze di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti: a Bologna le lavoratrici guadagnano ben 8.930 euro in meno rispetto ai colleghi, dato più confortante rispetto a quello regionale, che accentua tale differenza di circa 200 euro, ma con una discriminazione rispetto al complesso delle donne italiane, il cui svantaggio rispetto agli uomini si riduce a poco più di 7.800 euro. Una spiegazione di questa differenza rispetto al dato nazionale può essere ricondotta al diverso livello di partecipazione della popolazione femminile al mercato del lavoro (manodopera spesso impiegata in mansioni a retribuzione contenuta ed orario parziale), più elevato nell’area metropolitana rispetto alla media nazionale.

Relazioni sociali

Accoglienza scolastica verso i disabili e le postazioni informatiche per adattate per loro, si presentano positivamente rispetto all’andamento medio nazionale e regionale, come pure per la diffusione di istituzioni no profit, mentre la realtà metropolitana soffre di un minor rilascio di permessi di soggiorno. 
La percentuale di alunni disabili nei diversi ordini di scuola, che può leggersi anche come una forma di accoglienza, nell’anno scolastico 2019/2020 si allinea intorno al 3% nei tre ambiti territoriali considerati.
L’aspetto legato alla società civile mostra una rilevante diffusione delle istituzioni non profit sia nella città metropolitana che nella regione, con una quota di istituzioni, nel 2020, pari rispettivamente a 63,6 e 62,4 ogni 10.000 abitanti; tale valore scende a 60,1 ogni 10.000 abitanti per il livello italiano.

Inclusività nelle istituzioni

La percentuale di rappresentanza femminile e di giovani amministratori e amministratrici, è superiore alla media nazionale e, di poco, migliore anche nel confronto regionale.
La percentuale di genere e di età è superiore alla media nazionale e, di poco, migliore anche nel confronto regionale. Le amministrazioni locali bolognesi registrano una rappresentanza femminile pari al 41%, superiore di poco più di 2 punti rispetto alla media regionale, ma considerevolmente più elevata rispetto al valore italiano pari al 33,4%. Anche la percentuale di amministratori locali giovani, di età inferiore ai 40 anni, è superiore rispetto al valore nazionale: il 29,5% contro il 27% e superiore alla media regionale, pari al 28,7%.

Sicurezza

"Nell’area bolognese il tema della criminalità risulta mediamente più grave rispetto al contesto regionale e nazionale, è una criticità e fa apparire il territorio meno sicuro o, anche, più propenso a denunciare le diverse forme di delitti" si legge nel rapporto.
Tutti gli indicatori del tema criminalità, riferiti all’anno 2019, sono al di sopra dei corrispondenti valori regionali e nazionali. Mentre il tasso di criminalità predatoria, ovvero il numero di rapine denunciate ogni 100 mila abitanti, ha un valore in diminuzione nel tempo, nettamente in aumento sono le truffe e frodi informatiche, non solo nel nostro territorio, ma anche a livello regionale e nazionale.

Paesaggio e patrimonio culturale

In linea con la media italiana la densità e rilevanza del patrimonio museale, bene i comuni nei quali sono presenti aree di interesse naturalistico, come pure l’elevata presenza di biblioteche. Il posizionamento è al di sotto del dato medio regionale, ma non nazionale, per quanto riguarda la dotazione di risorse del patrimonio culturale e la diffusione delle aziende agrituristiche.
Il patrimonio museale, ovvero il numero di strutture espositive permanenti, ponderato per il numero dei visitatori, è pari a 1,5 per 100 chilometri quadrati. Molto positiva la presenza di biblioteche per 100.000 abitanti: 32,4 è il valore del tasso metropolitano, superiore rispettivamente a quello regionale e nazionale, di oltre 7 e 12 punti.

Qualità ambientale

In sofferenza sotto l’aspetto dei metri quadrati di verde urbano disponibili nei capoluoghi di provincia, disponendo di 21,8 metri quadrati per abitante, rispetto al dato medio italiano pari a 33,8 e a quello regionale. Sempre nell’anno 2019, rispetto al superamento del limite giornaliero delle polveri sottili, il PM10, con 32 giorni di superamento la città metropolitana di Bologna è l’unica realtà regionale che presenta valori al di sotto del limite massimo di allerta, pari a 35 giorni di superamento in un anno; il valore relativo all’Italia indica il numero di comuni capoluogo con valore superiore al valore limite, pari a 28 comuni.
L’area metropolitana si presenta meglio per quanto riguarda il consumo di risorse. L’indicatore del consumo di energia elettrica domestica, 1.079,8 chilowattora per abitante, è al di sotto del valore medio italiano e ancora di più rispetto a quello emiliano-romagnolo, pari a 1.156,4; anche la dispersione della rete idrica è sensibilmente più bassa, pari a 28,3% del volume di acqua immessa in rete, percentuale che sale al 31,2% in regione e 42% in Italia.

Ricerca e innovazione

Gli indicatori legati all’innovazione, riferiti all’anno 2018, evidenziano una forte propensione all'acquisizione di licenze e brevetti, infatti la percentuale di imprese attive che hanno acquisito licenze e brevetti sul totale delle imprese attive impegnate in progetti di innovazione è pari all’8,2%, di poco superiore alla percentuale regionale e quasi un punto percentuale in più del livello nazionale. Anche l’indicatore che misura la specializzazione produttiva – in termini di occupazione – nei settori ad alta intensità di conoscenza, è ben posizionato: a Bologna è pari a 37,4%, superiore sia al dato regionale (31,2%) sia al dato nazionale (31,7%).

Qualità servizi pubblici

Il tema con la migliore prestazione è quello socio-sanitario dove l’area metropolitana risalta positivamente sia nei confronti dei valori medi regionali, superati sempre di qualche punto, sia soprattutto rispetto ai valori nazionali. Il 96,4% dei comuni hanno servizi per l'infanzia, percentuale che a livello nazionale si abbassa al di sotto del 60%.
La percentuale dei bambini che usufruiscono dei servizi per l’infanzia è pari al 33,6%, a cui corrisponde il 14,1% italiano; la percentuale di emigrazione ospedaliera in altra regione, nel bolognese è del 2,2%, in Italia del 6,5%, un dato che evidenzia la buona qualità del servizio offerto.

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