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Cronaca

Picco ricoveri da terza ondata: "Ausl chiude punto nascite a Bentivoglio"

"L'Ausl chiude il punto nascita di Bentivoglio per recuperare posti letto per pazienti covid" -spiega Michele Vaira, segretario aziendale del sindacato

Da questa settimana l'Ausl di Bologna chiuderà il punto nascita dell'ospedale di Bentivoglio (già convertito in covid hospital dall'autunno scorso) per recuperare personale e spazi da utilizzare nella lotta al covid. Un altro segnale dell'estrema sofferenza che sta vivendo la sanità bolognese alle prese con la recrudescenza della pandemia.

"Assurdo ma vero", protesta la Cisl-Fp che oggi ha organizzato un banchetto all'ospedale Maggiore di Bologna distribuendo mimose in occasione dell'8 marzo. "L'Ausl chiude il punto nascita di Bentivoglio per recuperare posti letto per pazienti covid -spiega alla 'Dire' Michele Vaira, segretario aziendale del sindacato- per recuperare anestesisti per le terapie intensive e per recuperare ostetriche per la copertura dei turni alla Maternità del Maggiore, che era già in sofferenza".

La Cisl-Fp però chiede la riapertura del punto nascita. "Passata l'emergenza -avverte il segretario Stefano Franceschelli- deve ritornare alla sua attività ordinaria". Venerdì scorso i sindacati hanno incontrato la direzione generale dell'Ausl di Bologna, alla quale hanno chiesto di assumere ulteriori infermieri, operatorio socio-sanitari e tecnici di laboratorio.

"La situazione è di massimo stress sulle strutture- spiega Franceschelli- arrivano in continuazione notizie di riconversione e la programmazione dei turni salta. Già ora c'è forte stress, ma ci dobbiamo aspettare ulteriori sofferenze". Questa settimana infatti è previsto il picco di questa nuova ondata di contagi.

"La situazione è impegnativa- testimonia Francesca Gentile, infermiera di rianimazione dell'ospedale Maggiore- i posti letto sono tutti occupati e i pazienti sono sempre più gravi. Mi sembra di rivedere la stessa situazione dell'anno scorso, non è cambiato quasi niente. Anzi, secondo me è pure peggiorata". Già ora, conferma Gentile, "siamo al collasso. Se ci sarà un ulteriore picco, non sappiamo come riusciremo a resistere. Siamo già stanchi, non andiamo in ferie da mesi, facciamo doppi turni. E' molto pesante perché viviamo questa situazione anche al lavoro, non solo all'esterno. Chi fa un lavoro diverso non vive la malattia tutto il giorno, noi si'", sottolinea l'infermiera del Maggiore. (San/ Dire)

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