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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Mobilità, da Mobike a Movi: a Bologna in arrivo 300 bici elettriche

Ciclisti a Comune: più corsie di emergenza, doppi sensi e parcheggi

A Bologna sono in arrivo 300 nuove bici elettriche condivise, in sostituzione di quelle messe in strada solo pochi mesi fa dal gestore del bike sharing Mobike: il rinnovo della flotta nasce proprio da una riorganizzazione aziendale, che comporta l'avvento del nuovo marchio Movi.

In pratica la società che gestiva il marchio Mobike in Italia, la Idri Bk, ha deciso di acquisire l'attività europea del colosso cinese lanciando Movi. Alcune e-bike con il nuovo marchio sono già in giro per Bologna, riferisce Tommaso Bonino dell'agenzia per la mobilità Srm, che oggi ha spiegato la novità durante una commissione del Consiglio comunale.

Nella fase di lockdown, intanto, il servizio e-bike è stato sospeso perché gli operatori addetti alla manutenzione dei mezzi hanno smesso di lavorare. Ma a tutt'oggi il noleggio è fermo, come segnalato dai consiglieri comunali Raffaele Persiano (Pd) e Piergiorgio Licciardello (Pd). Questo ulteriore stallo nasce proprio dal riassetto societario del gestore, spiega Bonino, perché si è presentata la necessità di sostituire l'app e anche le 300 bici a pedalata assistita, in favore di mezzi "presumibilmente più resistenti e progettati sulla scorta dell'esperienza fatta".

C'è stato però un rallentamento dovuto alle difficoltà di trasporto merci dalla Cina e di controllo doganale, riferisce il dirigente di Srm, ma a questo punto i nuovi mezzi "dovrebbero arrivare davvero a giorni". Un'altra novità, aggiunge poi Bonino, potrebbe riguardare le tariffe: si sta ragionando su un costo decrescente in base all'utilizzo del mezzo e su un abbonamento parziale, che copra il noleggio fino a un certo numero di minuti per giornata per poi passare al pagamento aggiuntivo.

Intanto, la Consulta comunale della bicicletta ha presentato diverse "proposte integrative" al piano della mobilità nella fase 2 annunciato dalla Giunta. Intanto, spiega la presidente Simona Larghetti, si propongono altre tre ciclabili di emergenza: sull'anello esterno della tangenziale rispetto ai viali, su via Massarenti e sulla via Emilia "in continuità con gli interventi annunciati da San Lazzaro".

La Consulta chiede anche ulteriori doppi sensi ciclabili, per riempire i "buchi neri" di via Azzo Gardino, piazza Puntoni, via Marsili e IV Novembre dove "la circolazione delle auto è particolarmente ridotta e sarebbe moto semplice intervenire". La Consulta chiede anche di disegnare la sagoma delle bici sulle corsie preferenziali aperte ai ciclisti, perché spesso gli autisti dei bus "non hanno ben chiara questa informazione", afferma Larghetti.

Inoltre, i ciclisti vorrebbero ulteriori prefenziali aperte: via Costa, via Massarenti, via Zaccherini Alvisi, via Mazzini, via Murri e via Creti. La Consulta invoca anche nuove rastrelliere in centro storico e rilancia i "T-weeks" proposti con una petizione rivolta pochi giorni fa al sindaco Virginio Merola. Infine, i ciclisti chiedono di stringere i tempi sulla realizzazione delle misure annunciate. "I primi lavori partiranno a giorni", promette l'assessore alla Mobilità, Claudio Mazzanti.

Per quanto riguarda le corsie d'emergenza, il dirigente Cleto Carlini afferma che l'obiettivo è realizzare "entro metà giugno" quella di via Saragozza e poi nello stesso mese quella sull'asse Casarini-Malvasia-Tanari. Infine, "le statistiche dicono che con dove c'è il doppio senso ciclabile le strade sono più sicure", afferma il capogruppo del Pd, Roberto Fattori: quindi Bologna può "accelerare uno stimolo al cambiamento anche in questa direzione".

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