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Cronaca

Bimbo lasciato in ospedale: "La culla per la vita c'è anche a Bologna"

Si chiama Enea il neonato affidato alle cure dei sanitari del Policlinico. Gli psicologi: "Attenzione ai giudizi affrettati"

Si chiama Enea il bambino lasciato nella "Culla per la vita" del Policlinico Mangiagalli di Milano il giorno di Pasqua, una 'ruota degli esposti' dei giorni nostri che permette alle madri in difficoltà di lasciare i neonati alle cure dei medici.

"Ha avuto risalto a livello nazionale la notizia del bimbo lasciato dalla mamma, il giorno di Pasqua, nella culla riscaldata (la cosiddetta “Culla per la vita”) presente al Policlinico di Milano - scrive in una nota il Popolo della Famiglia di Bologna - Forse molti bolognesi non sanno che ne esiste anche una a Bologna presso le Suore Minime dell’Addolorata in Via Tambroni angolo via Guidicini e che nella nostra regione ne sono presenti complessivamente tre". 

Del piccolo Enea siu parlerà anche il 21 aprile 2023 presso la sala Prof. Marco Biagi al quartiere Santo Stefano, quando il presidente ed ex parlamentare Mario Adinolfi presenterà alle ore 20.30 il suo nuovo libro dal titolo "Contro l'aborto". 

"Dal 1978 ad oggi mancano all'appello oltre 6 milioni di cittadini, con la conseguenza che tra pochi anni il sistema del welfare ci presenterà il conto, costringendo gli italiani a rinunciare a tutti quei servizi ai quali da decenni sono abituati, impensabili in una situazione di piramide demografica rovesciata - sottolinea il Popolo della Famiglia che -  dal 2016 anno della sua nascita, ha sempre promosso politiche per la salvaguardia della vita dal concepimento alla morte naturale ed è attualmente l’unico partito nazionale che ha come punto principale del proprio programma la tutela della maternità e del concepito". 

Enea sta bene e pesa 2,7 kg. Ora è sottoposto agli esami di routine dal reparto di Neonatologia dell'ospedale. 

Le parole d'amore nella lettera della madre

"Ciao mi chiamo Enea", scrive la mamma del piccolo nella lettera. "Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile", come riporta Milano Today

Ordine degli psicologi: "Attenzione ai giudizi affrettati"

"Non si rinuncia alla genitorialità solo per motivi economici". osserva l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna "al di là del caso specifico, di cui non si conoscono i dettagli, è bene sottolineare che la rinuncia alla genitorialità può non essere legata a soli fattori economici – spiega Luana Valletta, vicepresidente dell'Ordine regionale – ma possono intervenire altre componenti emotive e psichiche. In un Paese dove il tasso di natalità è uno fra i più bassi in Europa, occorre mettere in atto piani di azione integrati, pubblici e gratuiti per i cittadini, che coinvolgano le comunità territoriali e che prendano in considerazione la componente psicologica senza limitarsi ai contributi economici. Sostegno alla maternità, certo, ma anche sostegno durante la gravidanza e, ancora prima, al pensiero di genitorialità".

Valletta considera anche altri aspetti del dibattito di questi giorni: "Attenzione ai giudizi affrettati sull'utilizzo di strumenti come l'anonimato o la culla per la vita. Queste scelte meritano di essere rispettate per la consapevolezza e il dolore che le avranno accompagnate. L'eccessiva esposizione mediatica del caso e le conseguenti critiche non solo non tutelano la madre la cui privacy deve essere garantita, ma potrebbero dissuadere altri genitori dall'utilizzare servizi sicuri per i neonati a favore di altri molto meno protettivi. Ricordiamoci anche - continua Valletta - che non esistono genitori veri e genitori meno veri; chi adotta e cresce un bambino non è genitore di serie B. Lascia inoltre perplessi come gli appelli sul “riprendersi il bambino” siano fatti solo alla madre, come se i padri e altri famigliari non esistessero".

Il Popolo della Famiglia 

E' un soggetto politico di ispirazione cristiana (che mette al centro la dottrina sociale della Chiesa), ma aconfessionale, aperto ai non credenti e alle altre confessioni religiose che condividono il suo programma "in difesa dei valori non negoziabili: il diritto alla vita (dal concepimento alla morte naturale), la centralità della famiglia, come stabilito dall’articolo 29 della Costituzione (“la famiglia come prima comunità naturale basata sul matrimonio”), il diritto dei figli ad avere un padre e una madre; la dignità della persona, del lavoro e la sussidiarietà", si legge sulla presentazione. 

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