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Cronaca

L'infermiera ucraina che perde le gambe nel bombardamento e arriva al Rizzoli

L'istituto ortopedico continua ad accogliere feriti, mentre il conflitto continua e fa vittime anche se, a tre mesi dal suo inizio, forse ci siamo rassegnati o addirittura abituati

Il conflitto russo-ucraino imperversa e fa vittime, anche se, come spesso ci accade per tutte le sciagure, a tre mesi dal suo inizio, è scattata una sorta di rassegnazione, per non dire abitudine.

Nei giorni scorsi è arrivata all'Ospedale Rizzoli, un'altra vittima di guerra: un'infermiera ucraina sopravvissuta a un bombardamento, che ha perso entrambe le gambe. La donna è arrivata a Bologna, grazie al supporto di Croce Rossa Italiana che ha organizzato una staffetta umanitaria. Ora è ricoverata in Clinica Ortopedica e Traumatologica I, diretta dal prof. Cesare Faldini. 

Proprio il professor Faldini aveva raccontato su Facebook la sua toccante esperienza: "I danni sulle ossa e sui tessuti sono incomparabilmente peggiori, perché provocati da proiettili o schegge di bombe, volontariamente studiate e costruite per offendere il corpo umano", in altre parole "Le ferite della guerra in Ucraina, viste da vicino" quindi "una lesione non voluta. Esplode una vertebra, si rompe un femore, uno squarcio e il sangue… - racconta - Le fratture delle ossa sono veri e propri scoppi, l’anatomia muscolare sovvertita, la stessa cute dilaniata, ho visto la volontà di uccidere delle armi che li hanno feriti". 

(Foto Facebook Ospedale Rizzoli)

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