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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Stefano Bonaccini: "Ho la polmonite bilaterale, ma non mi fermo"

Al momento non è ricoverato: "Ho massima fiducia nella valutazione dei medici e mi affido alla loro capacità e alle loro cure"

"Sento il dovere di aggiornarvi. E di rivolgervi alcune parole che considero necessarie. Parto da come sto. Ho fatto il tampone di controllo, purtroppo ancora positivo. Vista la forte tosse persistente, poi, sono stato visitato e ho fatto ulteriori accertamenti. Mi hanno diagnosticato una polmonite bilaterale ad uno stadio iniziale". E' lo stesso presidente della Regione Stefano Bonaccini a renderlo noto sui social. 

Risultato positivo al coronavirus e con l'attuale peggioramento, il presidente non sarà comunque ricoverato almeno per il monento: "I medici ritengono che possa essere adeguatamente curato da casa, e questo è almeno un sollievo - confessa - ho massima fiducia nella loro valutazione e mi affido alla loro capacità e alle loro cure. Continuerò dunque a lavorare da casa, rinunciando magari a qualche eccesso di stress che in questi mesi non mi ha certo aiutato. Ma non mi fermo". 

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"Noi dobbiamo contrastare il Covid e la sua avanzata fino a quando non ci sarà il vaccino per tutti. Ma temo serviranno ancora diversi mesi e dunque non ci sono scorciatoie - continua Bonaccini - ieri ho assunto una nuova ordinanza, che contiene ulteriori misure e restrizioni. L'ho fatto col cuore pesante perché so bene che dietro ogni sospensione o limitazione delle imprese e del lavoro ci sono persone e famiglie che vanno ancor più in difficoltà, dopo mesi già difficili. In tanti mi scrivete tutti i giorni per raccontarmelo: non riesco sempre a rispondere a tutti, voglio però assicurarvi che vi leggo con attenzione e nessun messaggio, che sia di preoccupazione o disperazione, di rabbia o di richiesta d'aiuto, mi lascia indifferente. Tutt'altro, davvero". 

"So anche che ogni limitazione delle libertà personali è un sacrificio, soprattutto quando si protrae così a lungo nel tempo. Penso in particolare ai più piccoli, o ai giovani, che avrebbero tutta la voglia e il diritto di vivere diversamente questo tempo della propria vita. Penso agli anziani. Alle persone fragili"

"So anche che ogni limitazione delle libertà personali è un sacrificio, soprattutto quando si protrae così a lungo nel tempo. Penso in particolare ai più piccoli, o ai giovani, che avrebbero tutta la voglia e il diritto di vivere diversamente questo tempo della propria vita. Penso agli anziani. Alle persone fragili - sottolinea - tantissimi in tutti questi mesi hanno dimostrato grande senso di responsabilità e civismo, seguendo le regole e facendo sacrifici. Ma serve fare un altro sforzo. E dobbiamo farlo tutti, proprio tutti, nessuno escluso. Perché dobbiamo impedire al virus di nutrirsi di sottovalutazione e insofferenza. I posti letto non sono infiniti come non lo è la capacità di sopportazione dei lutti, della malattia, della sofferenza. Né possiamo ignorare le regole e poi dire che il lavoro o la scuola non si possono fermare. Perché è solo dal rispetto di tutti delle limitazioni (anche di quelle non scritte: ad esempio stare a casa se non è davvero indispensabile uscire) che dipende la nostra capacità di fermare il contagio, di rallentare i ricoveri, di contenere i decessi. E di tutelare il diritto alla salute, al lavoro, alla scuola. Il mio appello ve lo faccio quindi da presidente, ma anche da persona che ora sta curandosi. Per il bene che vogliamo a noi stessi e agli altri. Perché regga la nostra sanità, fatta da donne e uomini capaci di tenere insieme grande professionalità e grande umanità, e a nessuno siano precluse le cure di cui ha bisogno.

Vi garantisco che io farò la mia parte fino in fondo, anche da qui, anche così.

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