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Bonaccini: "Pericolo chiusure per colpa dei no vax". Emilia-Romagna regione a rischio moderato

Sarà "inevitabile", visti i numeri, "che il governo prolunghi l'utilizzo del green pass, uno strumento che ci sta dando una grande mano". Il prof del Sant'Orsola: "Vaccinare i bambini contro, azione di responsabilità civica"

Contagi in risalita in Emilia-Romagna, annoverata dalla cabina di regia dell'Istitiuto Superiore di Sanità nelle regioni a "rischio moderato", ma "a causa dei non vaccinati, si potrebbe rischiare di restringere o chiudere delle attività", avverte il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a margine della visita al salone nautico. "Non vorremmo più chiudere nulla, spero che non ci sia questo rischio, però si evita nella misura in cui si riesce a garantire il controllo delle misure adottate per contenere e sconfiggere la pandemia, vaccinazioni e green pass, tutto ciò che serve per evitare il diffondersi del contagio", ribadisce il governatore, secondo il quale, sarà "inevitabile", visti i numeri, "che il governo prolunghi l'utilizzo del green pass, uno strumento che ci sta dando una grande mano".

In ogni caso, ricorda Bonaccini, in regione "c'è un numero di vaccinati importante: stiamo andando verso il 90% di prime dosi somministrate, e siamo all'86% della popolazione con ciclo vaccinale completo", e anche la campagna sulla terza dose è iniziata bene, con molte richieste. "Il vaccino è l'unico strumento che abbiamo per uscire da questo incubo. Bisogna continuare a vaccinare. Oggi ancora riusciamo a contenere, nonostante l'aumento dei contagi, il numero dei ricoverati grazie al fatto che la maggior parte della popolazione è vaccinata. Chi non vuole proprio capire l'evidenza, guardi ai paesi meno vaccinati, dalla Romania alla Russia siamo di fronte a vere e proprie tragedie", aggiunge. "Dobbiamo tenere a bada la pandemia per ragioni sanitarie e di tutela della salute delle persone, perché di tragedie ne abbiamo viste troppe, ma anche per evitare la pandemia sociale ed economica. I numeri della crescita sono formidabili: dobbiamo tenere a bada la pandemia per fare ripartire alla grande l'economia e il lavoro", conclude. 

Report ISS

Per tutte le Regioni, si legge nel rapporto, la cabina di regia Iss-ministero della Salute registra una valutazione della probabilità del rischio moderata.
La classificazione del rischio tende però ad un'alta probabilità di progressione in Campania, dove si registrano nella settimana 3800 nuovi casi, e in Puglia, con 1347 settimanali. Solo Molise, Sardegna, Valle D'Aosta e Basilicata hanno una stima di Rt puntuale, calcolato al 20 ottobre, inferiore ad 1.
Tutte le altre Regioni fanno registrare una stima di Rt tra 1.2 e 1.4, secondo i dati della cabina di regia.

Prof Sant'Orsola: "Vaccinare anche i bambini"

Vaccinare i bambini contro il Covid "è un'azione di responsabilità civica", quindi profilassi anche per la popolazione sotto i 12 anni, secondo l'infettivologo Pierluigi Viale del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, intervenuto al Festival della scienza medica.

Secondo Viale, anche fare la terza dose è un gesto di "educazione civica" perché serve sia a proteggere i più fragili sia a ridurre la circolazione del virus. "Vale lo stesso in età pediatrica", sostiene lo specialista. Tra i bambini i malati di Covid per fortuna "sono pochi, ma vaccinare i nostri figli e i nostri nipoti significa esercitare un'azione di responsabilità civica". Ad oggi, afferma del resto Viale, i vaccini restano lo strumento più efficace contro il Covid. "Hanno un'efficacia di oltre 95%- ricorda- sono risultati da sogno per ogni scienziato. Tenete presente che il farmaco più consolidato nella cura del Covid, che è il cortisone, ha una differenza molto marcata come efficacia rispetto al vaccino. L'armamentario terapeutico si sta affinando, ma i risultati sono ancora lontani anni luce". Grazie alla copertura del vaccino, spiega Viale, le persone che hanno fatto la profilassi anti-Covid "hanno un vantaggio superiore al 75%-80% rispetto ai non vaccinati rispetto all'incidenza della malattia, il contagio, l'ospedalizzazione e di conseguenza anche la mortalità".

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Viale sottolinea in particolare il calo dei ricoveri grazie al vaccino. "Lavorando in ospedale ho percepito molto il danno indiretto del Covid- ricorda Viale- quando la sanità si è dedicata solo al virus e gli ospedali si sono chiusi, abbiamo lasciato indietro tanti altri pazienti. E c'è stato un sostanziale aumento della mortalità per patologie non Covid. Per questo la seconda ondata è stata più impegnativa, per tenere aperte tutte le attività negli ospedali. Ma chi si è occupato del Covid è rimasto un po' più da solo. È stata una lezione importante. Quindi ridurre le ospedalizzazioni significa non mandare la sanità in default, perché occupare un letto di terapia intensiva per due settimane per un paziente Covid significa rinunciare ad almeno 20-30 interventi chirurgici". Anche questo "deve spingere verso la cultura della vaccinazione- insiste Viale- chi non si vaccina, non va soltanto un danno a se stesso ma indirettamente mette in difficoltà e riduce le terapie anche per gli altri, non tanto per il Covid quanto per altre patologie". (dire) 

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