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Cronaca

Bper vs gioco d'azzardo: la carta di credito si blocca se paghi online

Le ha emesse la Banca popolare dell'Emilia-Romagna e il pagamento non va a buon fine se destinato ai giochi online. Prossima iniziativa, un vademecum per le famiglie con giocatori cronici e per le associazioni

Le ha emesse la Banca popolare dell’Emilia-Romagna e il pagamento non va a buon fine se destinato ai giochi online. E' la scelta del gruppo di interessarsi di gioco d’azzardo, visto che l'Italia è il primo Paese al mondo per numero di slot machine (una ogni 150 abitanti).

Come riferisce il "redattore Sociale" Bper ha deciso di dare un “segnale educativo” inibendo le 480 mila carte di credito dalle operazioni di pagamento presso esercizi o siti Internet classificati nella categoria commerciale ‘gambling’ (gioco d’azzardo), con l’eccezione di alcune decine di carte di credito black.

Nel luglio del 2013 Bper ha inviato una circolare informativa ai suoi 11.200 dipendenti con informazioni sul settore del gioco e sul gioco d’azzardo patologico, sulle operazioni bancarie che possono essere considerate sospette e su come individuare i soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico (grazie a uno scambio di know-how con l’associazione Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia), sulle strutture pubbliche e private che offrono percorsi di recupero. Il tema è stato anche inserito nelle lezioni di educazione al consumo e al risparmio consapevole e responsabile per giovani e adulti e in quelle di educazione finanziaria per gli studenti. Oltre ad aver inibito le carte di credito, Bper ha scelto di non proporre mai allo sportello i “gratta e vinci”, come invece accade negli uffici postali.

Tra le prossime iniziative, la realizzazione entro il prossimo autunno di un vademecum per le famiglie con giocatori cronici e per le associazioni che seguono queste persone nei percorsi di recupero con informazioni soprattutto sugli aspetti finanziari e patrimoniali legati al gioco e su quali accortezze adottare per evitare danni e tutelare al meglio i familiari dei giocatori cronici. “Pensiamo di aver realizzato qualcosa che altre banche non hanno fatto, ma naturalmente non abbiamo il copyright e chi vuole copiarci ben venga”, conclude Cavazzoli.

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