"Il bullismo? A 12 anni è normale, bisogna evitare che persista"
La provocatoria analisi del consigliere Santori: servono strumenti adeguati per trasformare i preadolescenti irrispettosi in giovani adulti consapevoli
Il bullismo non è grave, almeno nella sua prima fase, intorno ai 12 anni, l'età della preadolescenza. E' l'analisi di Mattia Santori, consigliere comunale del Pd a Bologna e delegato del sindaco Matteo Lepore alle politiche giovanili. Insieme all'assessore alla Scuola, Daniele Ara, l'ex Sardina ha presentato oggi in commissione a Palazzo D'Accursio le linee di mandato dell'amministrazione comunale relative al tema adolescenti e politiche giovanili.
Un argomento, quello della violenza giovanile che si accompagna al disagio della pubertà, entrato prepotentemente nell'attualità con casi di violenza che addirittura hanno coinvolto come protagnisti ragazzi non imputabili.
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In sostanza, la tesi di Santori è che il bullismo e gli atti di violenza, più o meno gravi, nei confronti di ragazzi più piccoli o di minoranze "non va combattuto, ma accompagnato". Il giovane consigliere si spiega: "Abbiamo scoperto, ed è stato molto interessante parlare con le psicologhe- spiega Santori- che il bullismo è una fase. Il tema non è combattere il bullismo, ma come quella fase si trasforma in età adulta. Se lo lascio lì e non fornisco strumenti, il bullo si trasforma in un adulto aggressivo, maleducato e irrispettoso. E' normale che a 12 anni i ragazzi facciano atti di bullismo, non è grave. Bisogna accompagnare questa fase e vedere come dopo due o tre anni ho trasformato questo percorso".
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Per questo, sollecita il delegato del sindaco, "dobbiamo fornire opportunità e creare strade perchè un ragazzo da giovane diventi un giovane adulto e poi un cittadino completo". Del tema parla anche l'assessore. "Dobbiamo fare un grande lavoro con le Case di Quartiere, gli educatori e gli insegnanti -sostiene Ara- e ognuno di noi, come genitori, deve fare un grande lavoro per far scattare delle scintille in questi ragazzi problematici, che hanno competenze e passioni inespresse perchè magari loro per primi non le conoscono. E se non le esprimono, è facile finire nella devianza. E' compito dell'Istituzione pubblica costruire un ruolo nuovo degli adulti". (Dire)