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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Caffarra: "Affitto dell'utero? Peggiore degradazione del corpo della donna"

Omelia della Messa di Ferragosto a Villa Revedin, il Cardinale: "Non si riconosce più la ricchezza spirituale che si trova diversamente nel corpo della donna e nel corpo dell'uomo"

"In un numero sempre maggiore di Paesi è legalizzato l'affitto dell'utero, la peggiore degradazione del corpo femminile, ridotto a produttore di bambini''. E' un passaggio dell'omelia della messa di Ferragosto del Cardinale di Bologna Carlo Caffarra nel Parco di Villa Revedin, in occasione dell'Assunzione della Beata Vergine Maria.

''Lo splendore e la dignità del corpo è veramente riconosciuta nella nostra cultura? Ci sono purtroppo molti fatti che ci dicono di no. L'uso impudico del corpo della donna - ha detto ancora Caffarra - è spesso il mezzo per reclamizzare e vendere prodotti di ogni genere. Il fatto che la persona umana è persona-uomo e persona-donna, è oggi considerata una diversità che non ha in se stessa e per se stessa significato e valore. Non si riconosce più la ricchezza spirituale che si trova diversamente nel corpo della donna e nel corpo dell'uomo''.

Se il corpo di Maria ''è già stato glorificato, come lo sarà il nostro, il corpo non è un bagaglio di cui dobbiamo, prima o poi, scaricarci come di un peso. Il nostro corpo è la nostra persona, e la nostra persona è il nostro corpo. La redenzione, la salvezza della nostra persona non sarebbe vera, non sarebbe totale se non fosse anche la redenzione, la salvezza del corpo. Non possiamo separare il corpo dalla persona, e considerarlo come fosse 'qualcosa' e non 'qualcuno': lo stesso rispetto che si deve alla persona, lo si deve al suo corpo. Considerate, fratelli e sorelle, come tutti i doni della salvezza ci vengono dati attraverso il corpo. E' il corpo del bambino che è lavato nel S. Battesimo; è la nostra fronte che è stata unta nella Cresima; è mangiando una piccola ostia che noi ci uniamo al corpo di Gesù; è unendo umanamente i loro corpi, che gli sposi portano a compimento la sacramentalità del loro matrimonio''.

Cari amici, stiamo vivendo l'Anno della Fede - ha concluso l'omelia il Cardinale -. E' la fede che apre la finestra della nostra vita alla luce di Dio: diventiamo capaci di pensare come pensa il Signore. La fede quindi ci dona i criteri giusti per giudicare e valutare. Ve ne ho dato un esempio qualche minuto fa, confrontando la considerazione che Dio ha del corpo umano e la considerazione che ne ha la cultura in cui viviamo. Chiediamo insistentemente a Maria, durante questo Anno della Fede, di essere sempre più illuminati dalla luce della fede; di non abbandonare l'interpretazione della nostra vita ai potenti di questo mondo; di conoscere, amare, e pensare con la parola di Dio''.

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